p.s. nostro commento in fondo
La Cina batte anche l'handicap
06-09-2008
Il Sole 24 Ore
A Pechino strutture modello per replicare il successo delle Olimpiadi di agosto
Dal nostro inviato Angelo Mincuzzi
PECHINO. Deng Pufang è un signore di 64 anni, capelli brizzolati e occhiali più grandi del suo viso. Aveva 24 anni quando le Guardie Rosse lo acciuffarono all'Università di Pechino e lo scagliarono giù da una finestra. Un volo di quattro piani, la schiena spezzata, mezzo corpo ormai inservibile. Da quel giorno del 1968, in piena Rivoluzione Culturale, le sue gambe sono due ruote metalliche di una sedia a rotelle. Deng Pufang è oggi un simbolo per tutti i cinesi e non solo per chi è costretto a convivere con un handicap: basterebbero infatti i tratti del volto e il nome per raccontare quanto quest'uomo sia a suo modo un emblema della grande Cina dello sviluppo. Gli occhi e il sorriso sono quelli di suo padre, Deng Xiaoping, il leader del Partito comunista che trent'anni fa mise in moto la rivoluzione più difficile sradicando il maoismo dal Paese ma anche relegando l'immagine del Grande timoniere all'ingresso della Città proibita e, ironia della sorte, sulle banconote del nuovo capitalismo cinese. Così, mentre sui giornali si celebrano i trent'anni della Politica della porta aperta inaugurata nel 1978 da suo padre, Deng Pufang si gode oggi il suo giorno di gloria alla cerimonia di apertura delle Paralimpiadi di Pechino, dove sarà sul gradino più alto e con una medaglia già conquistata. Perché Deng non è soltanto il paladino dei disabili e il regista non troppo occulto delle Paralimpiadi, ma soprattutto presidente esecutivo del Bocog, il Comitato organizzatore di Pechino 2008, e ha già dimostrato che anche seduti su una sedia a rotelle si può organizzare "l'Olimpiade perfetta".
A Pechino riparte dunque la grande kermesse dello sport ma, anche se gli sponsor dei giochi di agosto hanno assicurato il loro sostegno finanziario, le Paralimpiadi non bucheranno gli schermi come è accaduto un mese fa. Deng Pufang può però essere ugualmente orgoglioso, perché queste Paralimpiadi saranno il coronamento di quarant'anni d'impegno. Da quando le Guardie Rosse cambiarono per sempre la sua vita, che Deng avrebbe voluto dedicare allo studio della fisica, il futuro presidente del Bocog decise che la sua missione sarebbe stata al servizio dell'handicap. Nel 1984 Deng ha creato il Fondo per il welfare dei disabili e quattro anni dopo ha fondato la Federazione cinese dei disabili, l'unica vera istituzione che aiuta gli 83 milioni di portatori di handicap della Cina. Da allora molte cose sono cambiate: la Federazione ha organizzato i primi censimenti delle persone svantaggiate ed è diventata il punto di riferimento dei programmi governativi. Per questo le Paralimpiadi saranno in un certo senso il banco di prova degli sforzi del primogenito di Deng Xiaoping.
«Ciò che stupisce di questo Paese è che al contrario di quanto si pensa la Cina fa molto per i disabili, c'è un profondo rispetto per chi è handicappato e la società si fa carico delle loro necessità», racconta ad esempio Pierluigi Cecchi, medico neonatologo, rappresentante in Cina della Onlus italiana Solidarietà e Servizio. Cecchi vive a Pechino da otto anni, dopo un passato in Uganda e in Vietnam. Nella capitale cinese la sua Ong lavora per i disabili mentali, i malati terminali di cancro e per gli anziani non autosufficienti. Solidarietà e Servizio è diventata un partner privilegiato per i programmi sanitari della municipalità di Pechino, tanto che nelle prossime settimane nel distretto di Haidan, nella parte Nord della città, verrà avviato un primo progetto pilota per i malati psichiatrici che porterà al graduale superamento degli ospedali specializzati, prendendo come riferimento il modello già applicato in Italia dal Trentino. Cecchi è anche un appassionatosostenitore della federazione di Deng Pufang, che è riuscita in pochi anni a creare una rete capillare di centri d'assistenza in tutta la Cina e a dare supporto economico e strutture sanitarie ai disabili cinesi, il cui numero è superiore alla popolazione della Germania.
E in effetti,basta girare per i quartieri di Pechino e prestare un po' di attenzione per rendersi conto che è davvero così. I centri della Federazione disabili sono ovunque. A Dongcheng, poco più a Nord della Città proibita, una moderna palazzina di quattro piani ospita la sede di distretto dell'organizzazione di Deng Pufang. Uno staff di 25 persone, che si avvale di 500 collaboratori esterni tra medici ed esperti, presta assistenza ai 40mila disabili della zona, su una popolazione complessiva di 600mila abitanti. Cong Yanmei è la presidente della Federazione del distretto ed è orgogliosa dell'attività svolta nella sua struttura. Spiega che il lavoro viene avviato in collaborazione con gli ospedali del quartiere, che in queste aule ci sono insegnanti di sostegno per i bambini con disabilità intellettuale, si organizzano corsi di formazione per facilitare l'inserimento nel mondo del lavoro, che si distribuiscono protesi gratuite per chi ha perso un braccio o una gamba o per chi non ha più l'udito.«Ai più poveri -aggiunge -viene fornito un assegno di 330 yuan al mese per coprire parte delle spese sostenute». Cong Yanmei è soprattutto convinta che il clamore sulle Paralimpiadi avrà l'effetto positivo di suscitare una maggiore attenzione tra la gente per i problemi legati all'handicap.
Il sostegno economico versato alle famiglie dei disabili è uno dei meriti fondamentali della Federazione perché quello sanitario è il vero problema dei più poveri. Il sistema cinese ricalca infatti il modello statunitense: la sanità si paga e chi non possiede un'assicurazione può solo affidarsi al destino. In Cina non esiste un'assistenza di base, non ci sono medici di famiglia, per curarsi si deve andare in ospedale, ma tutto ciò ha un costo pesante che acuisce il baratro tra ricchi e poveri. È l'altra faccia della medaglia del capitalismo voluto da Deng Xiaoping. Per alleviare il problema le autorità di Pechino hanno però avviato un programma per i disabili e i disoccupati che prevede il rimborso del 60% delle spese sanitarie che superano i 1.300 yuan. Per usufruire dei finanziamenti bisogna sottoscrivere un'assicurazione che costa 300 yuan all'anno per i portatori di handicap, 600 per i senza lavoro. Programmi simili sono stati adottati anche in altre città cinesi come Guangzhou, Shenzhen e Dongguan. L'appuntamento delle Paralimpiadi ha accelerato l'introduzione dei nuovi meccanismi e ha spinto le autorità di Pechino a dotare la città di nuove infrastrutture. Sono nate 150 "case dolci", che forniscono assistenza e servizi di riabilitazione ai portatori di handicap, sono stati messi in circolazione più di 600 autobus speciali e quasi tremila bus con piattaforma ribassata, 70 taxi attrezzati per trasportare sedie a rotelle, tutte le 123 stazioni della metropolitana sono state equipaggiate di ascensori per disabili. Nella Città Proibita ea Badaling, lungo la Grande Muraglia, sono state costruite rampe e ascensori: negli ultimi anni sono stati investiti 67 milioni di yuan (circa 7 milioni di euro) per rendere accessibili 60 attrazioni turistiche. I 235 più grandi shopping center di Pechino sono oggi senza barriere architettoniche. E poi nei ristoranti della città sono comparsi anche i menu in braille per i non vedenti, i quali da cinque anni almeno possono girare senza problemi per Pechino. Da Piazza Tiananmen fino all'estrema periferia tutti i semafori sono attrezzati con segnalatori acustici per segnalare ai pedoni il via libera o lo stop. E tutti i marciapiedi della città sono provvisti di percorsi per i non vedenti con speciali mattonelle. Migliaia di chilometri in tutte le strade e nei luoghi pubblici. Sarà anche per merito delle Paralimpiadi, ma al confronto molte nostre città sono semplicemente Terzo mondo.
angelo.mincuzzi@ilsole24ore.com
NOSTRO COMMENTO….
A parte che quelle guardie rosse le faremmo vvolare dalla finestra volentieri insieme a quelle teste bacate che le hanno istigate a suo tempo! Ma già noi siamo contro la violenza, quindi niente finestra, al massimo qualche solletico alle emorroidi! Grande Cina dei disabili, bisognerebbe controllare però, perché a noi risulta che non se la passano tanto bene, comunque se la situazione è migliorata grazie alle paralimpiadi via! Porca miseria cinese, persino in cina esistono i semafori sonori, in Italia li conti sulla punta delle strade, anche i percorsi tattili sono estesi in terra cinese,noi ne abbiamo in Italia da nord a sudqualche metro al massimo!
Comunque abbiamo i nostri inviati in loco faremo delle foto! A proposito guardate il canottaggio il 9 il 10 e l’11 sett. alle ore 10.00 ora locale cinese su rai sat sport, ci saranno i nostri amici della nazionale!!!