lunedì 25 febbraio 2008

Non rubo nulla... sono ipovedente!

essVisione anno VII / n. 118

«Non rubo nulla,sono ipovedente» parla il protagonista

15-02-2008

Il Secolo XIX

Amedeo P. si difende: «Ho fatto la richiesta per l'accompagnamento, mi hanno visitato e mi hanno riconosciuto l'assegno»

LA SPEZIA. «Non voglio parlare con marescialli o giudici! Non voglio spiegar loro la situazione della mia vista che mi tormenta sin da quando ero bambino. Mi facciano sedere davanti a un oculista che mi faccia tutti gli esami, dal fondo dell'occhio al campo visivo... O qualunque altra cosa ritenga opportuna. E verifichi il mio deficit visivo accertando se ho diritto o meno all'indennità di accompagnamento. Io sono certo di sì».

È furioso Amedeo P. Di essere stato accusato di truffa ai danni dello Stato lo ha saputo dai telegiornali del pomeriggio. «Io non ho ricevuto neppure un pezzo di carta da un giudice, so solo che i carabinieri nello scorso mese di dicembre mi hanno fatto una multa per guida senza patente e mi hanno sequestrato il motocarro».

Beh, però i militari l'hanno filmata mentre guidava il motocarro e per uno dichiarato cieco assoluto da più di trent'anni è certamente strano...

«Non sta scritto da nessuna parte che io sia cieco totale. Io sono un ipovedente. Ho delle alternanze visive di luci ed ombre ma qualcosa vedo».

Da intravvedere qualcosa a guidare il motocarro...

«Cammino pianissimo; cinque all'ora e in quel modo riesco a vedere la strada quel tanto che mi basta». Gli investigatori dell'Arma, messi sulle sue tracce da una soffiata che segnalava quel cieco che guidava il motocarro, l'hanno seguito e filmato. Nel video proiettato durante la conferenza stampa si vede Amedeo che guida lentamente su una strada di periferia. Poi si ferma, scende dal mezzo e con un rastrello raccoglie delle foglie e le carica su delle cassette per farne letame. «Vado spesso nei campi - racconta - anche mercoledì ero a tagliare l'erba e ho perso il falcino. Ci ho messo un quarto d'ora a trovarlo ma ce l'ho fatta. Poco poco ma ci vedo. Alterno luci ed ombre, ma qualcosa vedo».

Il sole sta tramontando sulla collina del Felettino, Amedeo è sceso da un'auto che l'ha accompagnato sotto la casa che i suoi due figli si stanno costruendo lungo la strada per Isola. L'abitazione del pensionato, una casa rosa a due piani, è qualche decina di metri più sotto. Lassù sulla collina il figlio sta realizzando una bella villa. «Mi sono messo gli occhiali a due anni e mezzo - racconta - volevo studiare, mi piaceva ma ho dovuto rinunciare proprio perché non riuscivo a vedere bene. Faticavo a leggere e a scrivere ma sono arrivato anche a frequentare il ginnasio a Brugnato. La situazione poi è peggiorata ulteriormente. La prima operazione me l'hanno fatta per il distacco della retina dall'occhio destro».

Il calvario poi è continuato: «La situazione è peggiorata sempre di più. A 21 anni mi hanno operato per la prima volta all'occhio sinistro, due anni dopo sono tornato sotto i ferri e una terza volta a ventiquattro anni. Ho alternato una serie di ricoveri sino all'età di 28 anni. Poi sono andato all'istituto Carlo e Giulia Milani di Brescia a frequentare un corso per diventare telefonista. L'ho fatto a tempo di record in pochi mesi. E pensare che c'era gente che impiegava anche un anno. Ho conseguito il diploma di telefonista abilitato. Sono stato dichiarato invalido, mi sono iscritto all'Unione Italiana Ciechi e alle liste degli invalidi. Mi hanno offerto quattro diversi lavori e tra questi ho accettato quello all'Inps dove sono rimasto venticinque anni lavorando al centralino».

Poi ancora interventi chirurgici agli occhi con una cataratta operata in Francia.

«Io sono assolutamente convinto che mi spetti l'indennità di accompagnamento che mi hanno riconosciuto. Ho fatto due richieste di aggravamento negli anni Settanta e alla fine mi hanno detto che mi spettavano quei soldi. Mica li ho chiesti io! Ho fatto domanda, mi hanno fatto andare davanti a dei medici e mi hanno visitato. E alla fine mi hanno riconosciuto quei soldi. Me li hanno dati loro, mica li ho rubati! Io ho chiesto se mi spettava qualcosa loro hanno detto di sì e stabilito quanto. Non avevo il diritto di chiedere? Ho fatto l'intera trafila e mi sono presentato a tutte le visite. Sotto il profilo del lavoro poi andate a chiedere di me all'Inps: durante i miei anni di servizio ho sempre fatto il mio dovere e mi sono guadagnato lo stipendio al pari dei miei colleghi».

Riccardo Bonvicini

NOSTRO COMMENTO…

Maremma oftalmologica! Adesso ci sono i ciechi a cecità alterna, quando devono beccare i soldi non ci vedono, ma quando devono spenderli riacquistano la vista e se ne vanno in giro in ape. Allora facciamo un pò di chiarezza, Fanale è un ventesimista, e non si sognerebbe mai di andare in giro in ape se non per scherzo in un’area aperta e con un vedente vicino pronto a salvare i passanti. Bisognerebbe prenderlo a calci solo perché va in giro con un residuo visivo così basso e si permette di guidare un mezzo a motore, poi un vwentesimista che prende la pensione di cieco assoluto non deve incassarla ma segnalare questa anomalia all’inps. Una persona che vede ombre e luci può fare molte cose, ma non certo guidare aerei, treni, auto,navi,ma deve fare il passeggero.

Le commissioni dov’erano quando hanno visitato questo miracolato? Dare una pensione è una cosa seria e costa alla comunità, i funzionari addetti a questo hanno il dovere di non prendere alla leggera questo mandato. Io suggerirei agli ispettori dell’inps di indagare sui piloti dei mig, magari beccano qualche ciecato che fa il furbo.

questua a scuola..

PressVisione anno VII / n. 147

Un assegno per Aldo, piccolo non vedente

23-02-2008

Il Cittadino

LODI. L'assegno è arrivato direttamente sul suo banco di scuola, tutto per lui. Aldo, un bambino non vedente che frequenta la classe terza presso la scuola elementare di Zelo, ha ricevuto un prezioso regalo da parte del Mac di Lodi, il Movimento apostolico ciechi. «Il momento non ha rappresentato una grande importanza solo per Aldo, ma anche per i compagni che con viva partecipazione e curiosità vi hanno preso parte». I compagni di classe hanno saputo dimostrare una grande attenzione alle parole del presidente, Angelo Calzi è intervenuto per l'occasione cercando di illustrare ai piccoli ascoltatori che cos'è il Mac, come è nato, quali progetti e quali finalità sta portando avanti. In particolare, il Movimento apostolico ciechi si sta occupando di alcuni progetti nei paesi del Terzo Mondo, dove i ciechi più sfortunati sono costretti a lavorare condannati a restare nell'ignoranza, facili prede di malattie che recano gravi danni ai loro occhi poiché mancano i finanziamenti per l'acquisto di medicinali e materiale scolastico. Ad accogliere l'assegno c'era il piccolo Aldo insieme alle maestre, pronte a parlare dello scolaro e della soddisfazione di vederlo ben inserito e integrato nella classe. Ogni giorno, con diligenza e impegno, svolge quanto gli viene chiesto, insomma, un bambino meritevole fino in fondo del premio. Aldo potrà utilizzare il denaro a sua disposizione per acquistare tutto ciò che gli serve, in questo modo potrà accontentare le sue grandi passioni: la lettura e lo studio. Prima di lasciare l'istituto, il presidente Calzi ha ricordato alle maestre e ai compagni di classe di non far gravare sul loro amico la diversità, un atteggiamento che potrebbe ostacolare l'amicizia e imboccare la strada dell'indifferenza. «Tutti devono continuare a mostrarsi capaci di aiutare Aldo a trascorrere momenti felici, nella serenità più completa, inserendolo nei giochi e nelle attività scolastiche. E, ovviamente, anche da parte del ragazzo ci deve essere la disponibilità a integrarsi con gli altri. Tutto ciò non è semplice, ma solo con questa forma di collaborazione reciproca l'obiettivo potrà essere pienamente portato a termine». Il Movimento Apostolico Ciechi è una associazione di laici, ciechi e vedenti fondata nel 1928 per iniziativa di Maria Motta, riconosciuta dalla Conferenza Episcopale Italiana. È un'organizzazione non governativa che si fonda su tre elementi fondamentali: un cammino di amicizia tra ciechi e vedenti, un'esperienza di fede nel Cristo risorto e un servizio nei confronti dei ciechi più emarginati in Italia e nel Terzo Mondo.

NOSTRO COMMENTO…

Sono veramente affranto, perplesso e indignato dalla notizia. Vorrei fare dell’umorismo ma non mi viene. Analizziamo l’evento: viene dato un assegno ad un ragazzino cieco, ma a che pro? Per soddisfare i suoi bisogni? Fino a prova contraria lo scolaro, con tutte le limitazioni del caso, ha diritto ad ausili a carico dello stato, di ogni genere, insegnanti di appoggio e tutta l’assistenza perridurre al minimo le difficoltà per accedere all’apprendimento. Quindi nessun bisogno di fare la questua, l’approccio di tipo accattonistico alla questione dell’integrazione è odioso e fuori dal tempo. Non si risolve con un assegno e grosse pacche sulle spalle e che insegnamento si da? Nessuno, Basta fare l’elemosina e finisce tutto a tarallucci e vino.I genitori di questo bambino devono stare attenti ad accettare questi contributi, anche perché il ragazzino si mette intesta che la sua disabilità si può monetizzare e i cosiddetti “valori” vengono ridotti a denaro. Quali valori? Diritto allo studio, un’integrazione realistica e non astratta, diritto al lavoro come tutti, accessibilità al mondo e quisquiglie del genere che si ottengono con un lavoro lungo e faticoso da parte delle istituzioni laiche dello stato.Fine della predica.

venerdì 15 febbraio 2008

musicisti terroristi.doc

PressVisione anno VII / n. 90

Cacciati dal volo come terroristi Risarcita la band del calypso

07-02-2008

Il Corriere della Sera

Dalla Sardegna a Londra

LONDRA - Ryanair dovrà pagare quasi 6.500 euro di indennizzo a un musicista cieco e ai suoi quattro colleghi che il 31 dicembre del 2006 erano stati fatti scendere da un volo dalla Sardegna a Londra perché alcuni passeggeri ed un membro del personale di volo li avevano scambiati per terroristi. Nonostante i cinque musicisti neri della band di musica calypso Caribbean Steel International fossero stati rilasciati 20 minuti dopo, il pilota del volo si era rifiutato di farli risalire a bordo, costringendoli a trascorrere il Capodanno in Italia lontani da amici e parenti. Ad additarli come possibili terroristi - riferisce oggi il Daily Mail - era stato un professore di psicologia che aveva notato come i cinque - gli unici neri a bordo - nonostante fossero arrivati insieme in aeroporto ed avessero chiacchierato tutto il tempo prima di imbarcarsi, sull'aereo si erano seduti uno lontano dall'altro. Secondo l'uomo inoltre, Michael Toussaint, il musicista che fino a quel momento era sembrato cieco, una volta a bordo si era messo a leggere il giornale. Durante l'udienza in tribunale i musicisti hanno spiegato che non si erano seduti vicini perché l'aereo era pieno e che Toussaint aveva in realtà chiesto ad un amico di leggergli i risultati delle partite di calcio.

NOSTRO COMMENTO…

Incredibile! Cominciamo con ordine: razzisti, idioti, pericolosi,incompetenti. Un terrorista se deve compiere un attentato che fa? Si traveste da ciecato per passare inosservato. Poi per non dare nell’occhio si mette a leggere il giornale da solo. In particolare si fa riconoscere come gruppo musicale e poi in aereo si sparpaglia senza destare sospetti in tutto l’aereo. Quel professore tanto intelligente vorremmo sapere cosa fa di professione oltre a rompere le scatole a gente che va in giro per il mondo per i fatti propri.Naturalmente le nostre sono solo ipotesi sul fatto che vanno in giro per i fatti loro…magari sono veramente dei musicisti che fanno terorismo dovremmo ascoltare quello che suonano!

lunedì 11 febbraio 2008

CENTRO SINISTRA DESTRA..

NOSTRO COMMENTOANTICIPATO..

A “SINISTRA” SIAMO SINISTRATI, A “DESTRA” CI DOBBIAMO DESTREGGIARE IN MEZZO ALLA BUROCRAZIA ASSURDA,AL CENTRO NON POSSIAMO STARE ALTRIMENTI CI CENTRANO IN PIENO AFFONDANDOCI, MA DOVE CACCHIO DOBBIAMO STARE PER UNA SCUOLA DECENTE?COME DICE BATTIATO IN POVERA PATRIA “INTANTO LA PRIMAVERA TARDA AD ARRIVARE”!

PressIntegrazione anno VI / n. 82

<mRipartire dall'integrazione, quella vera

01-02-2008

Superando.it

Fallimentare - secondo chi scrive questa nota - la politica degli ultimi governi in ambito di integrazione scolastica delle persone con disabilità, tanto da far pensare addirittura ad una "scommessa di trent'anni" ormai perduta. Sarebbe bello, dunque, alla vigilia di una nuova, probabile campagna elettorale, pensare che il valore universale dell'integrazione, a partire proprio dalla scuola, riprendesse lo spazio che merita

«La scuola non vede i disabili» è uno slogan suggestivo; che però non sia solo uno slogan, ma una realtà, è noto a chiunque sia impegnato in questo settore, a vario titolo e con diverse competenze.

La scommessa dell'integrazione scolastica, propugnata oltre trent'anni fa da una classe politica di "extraterrestri", se confrontata a quella degli attuali parlamentari, a mio parere appare irrimediabilmente perduta e a questo risultato ha apportato un significativo contributo la pur breve legislatura di centrosinistra, con interventi che gli alunni con disabilità e le loro famiglie non dimenticheranno negli anni a venire.

Da queste prospettive, dunque, un intervento strutturale nella scuola italiana non potrà essere più ritardato dal futuro governo, ma ancor prima bisognerà chiedere con grande determinazione di modificare gli ultimi provvedimenti varati dal Governo Prodi riguardanti i disabili nella Manovra Finanziaria per il 2008.

Per una maggiore comprensione di quanto accaduto, si rimandano i lettori ad un'attenta lettura del documento elaborato dal Ministero dell'Economia e delle Finanze pubblicato nel dicembre scorso, dal titolo Rapporto intermedio sulla revisione della spesa. Da questo è infatti possibile ricavare un'idea compiuta della visione del Paese e dei suoi bisogni, da parte dei tecnici dell'ex ministro Padoa Schioppa.

Innanzitutto la premessa culturale che sentiamo di avversare con forza è che, contrariamente a quanto ritenuto e diffusamente ripetuto nel citato documento, la disabilità possa avere un costo economico comprimibile. Infatti, il costante tentativo di ridurre i costi non trova purtroppo una ragione d'essere quando questo riguarda dei diritti costituzionali quali l'istruzione e la salute.

L'integrazione scolastica, poi, per gli oltre 190.000 alunni con disabilità italiani passa per scelte chiare che interessano alcuni aspetti fondamentali.

Il primo di questi è la formazione, tema assai discusso in un Paese che ha visto precipitare - si legga a tal proposito il Rapporto OCSE 2007 [l'OCSE è l'Organizzazione Europea della Cooperazione e dello Sviluppo Economico, N.d.R.] - la qualità dei saperi dei nostri studenti progressivamente in ogni ordine e grado d'istruzione negli ultimi dieci anni.

Alla formazione dei docenti curricolari andrebbe perciò dedicata un'attenzione particolare, quando si postula l'abolizione delle classi differenziali, un'aspetto, questo, che è completamente mancato, mentre dall'altro lato si decideva, per ridurre la spesa pubblica, di incrementare il numero di alunni per classe, rendendo ancora più problematica la qualità del tempo scuola per gli alunni disabili.

Il tema della non-formazione dei docenti è senza dubbio un indicatore degli obiettivi falliti dal governo di centrosinistra; una formazione che andrebbe resa obbligatoria e non ulteriormente procrastinata o "camuffata" in pseudodetrazioni fiscali come nella recente Legge Finanziaria.

Da parte loro gli alunni disabili esigono competenze e professionalità da parte di tutto il personale docente, ma, se ci riferiamo esclusivamente ai dirigenti scolastici, solo il 25% di essi risulta in possesso di un titolo di specializzazione o di aver frequentato corsi di formazione (Rapporto INVALSI 2007 [a quest'ultimo il nostro sito ha dedicato il testo intitolato Una ricerca sulla qualità dell'integrazione scolastica, disponibile cliccando qui, N.d.R.]), al pari di una media oscillante tra il 15 e il 30 % per i docenti curricolari.

Da questi dati si comprende come la prima emergenza sia culturale e che la principale attenzione che il prossimo governo dovrà dedicare alla disabilità nella scuola sarà rappresentata dalla necessità di distribuire saperi e competenze "obbligatorie" al personale docente.

Alla formazione del docente è collegato poi il tema della continuità didattica dell'insegnante di sostegno, valore indispensabile per un percorso di crescita armonico dell'alunno disabile.

Su questo tema l'ex ministro della Pubblica Istruzioni Fioroni aveva mostrato attenzione, ahimè solo verbale, al punto che in Finanziaria aveva promesso uno specifico intervento. Ovviamente aveva solo promesso e in Finanziaria le tracce della necessità di "ancorare" il ciclo scolastico dell'alunno all'insegnante specializzato sono scomparse, come dal prossimo anno scompariranno altri 8.000 insegnanti di sostegno.

Il "colpo di genio" è infatti contenuto nel passaggio che fissa, indipendentemente dall'incremento del numero di alunni disabili, l'organico di sostegno al massimo in 94.000 unità per i prossimi anni. Questo oltraggioso tentativo di "controllo delle nascite dei disabili" è reso ancora più inaccettabile dalla contemporanea scomparsa della possibilità di avere insegnanti supplementari in presenza di patologie gravi.

La scomparsa della deroga per gravità è un punto essenziale per considerare fallimentare l'approccio culturale, etico e politico da parte degli ormai ex ministri Fioroni e Padoa Schioppa. La visione che è sottesa a questo drammatico provvedimento inserito negli articoli della Finanziaria è infatti perfettamente coerente con l'idea che la disabilità sia, al pari delle spese per la barberia di Montecitorio o dei biglietti del cinema, un costo comprimibile.

Le conseguenze, però, non tarderanno a palesarsi nel prossimo anno quando, a fronte di un incremento atteso del 5% di alunni disabili, gli organici, già largamente insufficienti, mostreranno l'impossibilità dei direttori scolastici regionali a rispondere ai loro bisogni e a quelli delle loro famiglie.

In questo panorama appare addirittura trascurabile il "geniale" ultimo atto del Governo Berlusconi che rendeva più complesse le certificazioni per la disabilità, producendo tra i genitori dei bambini disabili - perché di disabili veri stiamo parlando - l'angoscia di trovarsi con diagnosi di "lieve ritardo mentale", sprovvisti cioè anche di quelle insufficienti ore di sostegno scolastico.

Alla vigilia dell'ennesima campagna elettorale tra forze politiche che parlano linguaggi incomprensibili per noi cittadini, sarebbe sorprendente scoprire in esse il valore universale dell'integrazione a partire proprio dalla scuola. Potrebbe essere un segnale, per la nostra civiltà in declino, della presenza di formidabili anticorpi al degrado nel quale sembriamo essere precipitati.

di Antonio Nocchetti

venerdì 1 febbraio 2008

CIECATO A SALDO..

PressVisione anno VII / n. 72

Quando l'accompagnatore del disabile deve pagare

30-01-2008

La Provincia di Lecco

LECCO. Sono cieco totale e scrivo per denunciare una discriminazione nel mondo degli invalidi. Oggi volevo andare in un centro termale, per passare una giornata un po' diversa dal solito. Ho telefonato al centro e, dopo aver chiesto gli orari di apertura, ho domandato se esistono particolari agevolazioni per i ciechi. La risposta mi ha lasciato sorpreso: mi hanno detto che 1) devo per forza essere accompagnato da qualcuno, in quanto lo stabile è inaccessibile ad un cieco, 2) al cieco viene praticato il 20 per cento di sconto, come ai bambini, 3) l'accompagnatore, cui tra parentesi devo già pagare la giornata che mi dedica, l'accompagnatore - dicevo - paga il biglietto per intero. Inutili le mie rimostranze: «Queste sono le condizioni» - mi hanno risposto - «Se vuole venire deve attenersi a queste condizioni». Ora domando a voi e ai vostri lettori: se una persona con qualsiasi disabilità, per accedere ad un edificio, pubblico o privato, è costretto ad avere un accompagnatore, non sarebbe giusto non far pagare l'ingresso a quest'accompagnatore? Avviene già, per esempio, sulle ferrovie statali: se il cieco viaggia da solo ha diritto al 20 per cento di sconto, se invece viaggia con un accompagnatore, il cieco paga il biglietto per intero, mentre l'accompagnatore non paga nulla. Non vi sembra più ragionevole? Voi che siete più addentro nell'ambito delle leggi, potreste segnalarmi qualche decreto che disciplini questa regola? Credetemi: non è una questione di soldi; piuttosto, personalmente, la considero una questione di giustizia. Andrea Mottalini Il lettore, in linea di principio, ha ragione da vendere, ma parte purtroppo da un presupposto sbagliato: che quella di non far pagare gli ingressi agli accompagnatori dei ciechi, e più in generale dei disabili, sia una «regola». Del resto, a ben guardare, non sempre ce n'è bisogno: lo Stato, tramite le Aziende sanitarie locali, garantisce a parecchi invalidi non autosufficienti (inabilità del 100% aggravata) ed a quelli che hanno bisogno assoluto d'essere accompagnati, come appunto molti ciechi totali, l'indennità mensile di accompagnamento, mirata proprio a permettersi i servigi di un ausiliario (operatore sanitario o semplice accompagnatore) ed a coprirne le spese. Gli accompagnatori di chi fruisce di quest'indennità, erogata a giudizio delle commissioni mediche provinciali per l'accertamento delle invalidità, sarebbero dunque indiretti destinatari di un doppio beneficio se la gratuità degli ingressi fosse una regola. Resta il problema di come regolarsi per gli accompagnatori di chi non percepisce l'indennità. Il buonsenso imporrebbe da una parte una forma di agevolazione e dall'altra che ciò non si traduca in una limitazione dei legittimi incassi dei titolari di strutture di cura e svago; l'unica strada percorribile, e magari già percorsa, ci pare la stipula di convenzioni fra gli enti di riferimento per le varie disabilità e gli organismi di coordinamento dei gestori.

Maurizio Del Sordo

NOSTRO COMMENTO…

CARO IL NOSTRO LETTORE. PUNTO PRIMO ESORDISCI Già MALE DICENDO AD UN GESTORE “CI sono SCONTI PER I CIECHI”? ANCHE SE DICI CHE NON è Una QUESTIONE DIPREZZO LA FAI DIVENTARE TALE. CI SGOLIAMO I TESTICOLI NELL’URLARE LA PARITà, LA PARI DIGNITà, E TUTTE QUELLE PAROLE CHE FINISCONO CON LA A, DICIAMO LA VERITà VOLEVI UNO SCONTO PONENDO L’ACCENTO SULLA CIECAGGINE perché STAI TIRANDO LACINGHIA, OPPURE SEI DI ORIGINE GENOVESE.IN OGNI CASO LA NOSTRA POTREBBE ESSERE SOLO UNA IPOTESI SBAGLIATA E QUINDI PASSIAMO AL SECONDO PUNTO. DI SOLITO E SACROSANTO CHE QUALSIASI STRUTTURA SIA ACCESSIBILE, SPESSO però NON è così, QUINDI DATO CHE NON SI TRATTA DI LAVORO, OSPEDALIZZAZIONI E COSE DI PRIMARIA IMPORTANZA L’ATTEGGIAMENTO GIUSTO è QUESTO: SI VA DAL GESTORE, LO SI METTE A PARTE DELLA CIECAGGINE DICENDO CHE “IO SONO UNA PERSONA CHE VUOLE usufruire DEI VOSTRI SERVIZI, MA POTREI AVERE DELLE DIFFICOLTà, FACCIAMO UN GIRO NELLA STRUTTURA INSIEME E VEDIAMO SE POSSIAMO TROVARE UNA SOLUZIONE CONDIVISA”? UNA SOLUZIONE CHE NON METTA IN PERICOLO ME ENON METTA IN DIFFICOLTà LEI?

Noi abbiamo fatto così per palestre,PER IL canottaggio che spesso ha strutture antiche di cento anni con barriere notevoli, ma superate con intelligenza e prudenza.

Altro punto è che i ciecati si paghino sempre un accompagnatore, soprattutto con l’indenità di accompagnamento, di solito ci fanno ben altro, se non hai un amico trovati qualcuno sul posto e con intelligenza si possono trovare persone che fanno i nostri orari e possono darci senza pesargli sul groppone quel minimo di aiuto se necessario.

Quindi non usiamo come un crocefisso inuna processione delle pari opportunità la cecaggine e cerchiamo di essere onesti e aperti.

Da oggi al cimitero ci vai anche in bus!!!

PressBarriere anno V / n. 98

Foggia: da sabato servizio navetta nel cimitero civico

30-01-2008

Il Grecale

Un minibus a trazione elettrica circolerà per il trasporto di disabili ed anziani

di Redazione

FOGGIA. Sarà attivo da sabato 2 febbraio il servizio di navetta per il trasporto di disabili ed anziani all'interno del cimitero civico. Un minibus a trazione elettrica, circolerà all'interno della struttura il sabato e la domenica dalle ore 8.30 alle 12,30 e dalle ore 15,30 alle 17. Questo sabato, 2 febbraio, alle 10, davanti all'ingresso del cimitero è in programma la benedizione dell'iniziativa alla presenza del sindaco di Foggia Orazio Ciliberti, delle autorità religiose, dell'assessore comunale alle Politiche Sociali Francesco Paolo De Vito e delle associazioni di volontariato. D'intesa con l'azienda ATAF -spiega De Vito- abbiamo pianificato un ulteriore servizio per venire incontro alle esigenze di cittadini in difficoltà". L'assessore sottolinea l'impegno dell'Amministrazione in favore degli anziani e dei diversamente abili ricordando il progetto "Corriamo per voi" inaugurato quindici giorni fa. Il servizio è finalizzato al trasporto in città di coloro che hanno problemi nel raggiungere strutture quali ad esempio l'ospedale.

(Il Grecale - Red/Fg02)

Nostro commento..

Ma porca miseria, cerchiamo di non dare troppo risalto al trasporto pubblico per disabili in un cimitero, già tutti e tre ci stiamo toccando il dito indice e mignolo, talpa lo ha morso scambiandolo per un salsicciotto. Assolutamente meritevole

accedere in posti di quiete eterna ma non enfatizziamolo troppo che porta male, sembra quasi che qualcuno speri che ci rimaniamo al cimitero, sai che risparmio per l’inps e il governo.ma poi perché solo ospedali e cimiteri? E qualche fermata nei Locali notturni, ristoranti pizzerie cinema, mica dobbiamo sempre farci curare o tirare le cuoia…, organizziamo un pò di movida. Al cimitero c’è sempre tempo ad andarci. comunque fanale in caso di morte non vuole fiori ma solo batterie al litio ricaricabili per il lumino,pipistrello vuole una presa u s b sulla lapide per ricaricare l’mp3, talpa un frigorifero interrato con affettati freschi ogni tre giorni!