martedì 31 agosto 2010

un suggerimento per il suo sito

Salve,
mi chiamo Davide Sangiorgio e lavoro presso webmillionarie.com in qualità di Project Developer.

Ho in portfolio un'ampia gamma di siti che, sono certo, potrei utilizzare per aiutare il suo sito http://blogciecagna.blogspot.com/ a migliorare le posizioni dei motori di ricerca.

La tecnica più adatta per raggiungere questo obiettivo è quella dello scambio link e sarò felice di illustrarle più approfonditamente la cosa e spiegarle quello che ho in mente.

Grazie per l'attenzione che mi ha dedicato e rimango in attesa di un suo cortese cenno di risposta.


Davide Sangiorgio
admin@webmillionair.com
http://www.webmillionair.com

lunedì 16 agosto 2010

PREMIO BRAILLE (la disintegrazione dell'immagine dei ciechi)!

La carovana della pietà, della retorica, del sensazionalismo ha appena terminato la sua patetica sfilata sugli schermi di rai1. Per fortuna la trasmissione è andata in onda in seconda serata e quindi, presumo e mi auguro, con uno scarso indice di ascolti.
Una vera e propria mutilazione all'immagine di quei poveri ciechi che si trovano a dover ringraziare e addirittura premiare chi, per contratto, svolge il suo lavoro di pubblico servizio. Nei mesi precedenti all'evento, si poteva leggere che l'ambito premio sarebbe andato alla migliore audiodescrizione, ma a ritirarlo sono il direttore del giornale radio rai Antonio Preziosi e Alfredo provenzani di tutto il calcio minuto per minuto. Forse coloro che decidono a chi conferire il premio braille, dimenticano che esistono associazioni, singole persone che offrono un servizio di qualità in fatto di audiodescrizioni garantendo ai ciechi la possibilità di godersi un buon film. C'è anche da dire, nota dolente, che i ciechi italiani non hanno alcuna possibilità di andare al cinema e vedersi consegnare una cuffia attraverso la quale poter ascoltare l'audiodescrizione del film in programmazione. Ci si è, con estrema facilità, dimenticati del film "Fuga dal callcenter" di Federico Rizzo. Per la prima volta in italia si può andare in negozio acquistare il film in dvd e avere pronta anche l'audiodescrizione per i nonvedenti. Rimmarrà un caso isolato?
Ma torniamo al nostro premio braille:
ed ecco che sul “palco oscenico", tra un' esecuzione e l'altra di nomi noti della musica italiana (battiato, arisa, mannoia), guadagna la scena il ministro Sacconi che consegna il premio al contrammiraglio Marco Scano in rappresentanza della Marina militare italiana per aver supportato l'unione italiana dei ciechi ed ipovedenti nell'organizzazione dei raid in pedalò. Si prosegue con il riconoscimento al presidente della Provincia di Catania e dell’Upi, Giuseppe Castiglione che si è maggiormente distinto per interventi, politiche, azioni, in grado di favorire pari dignità ai cittadini non vedenti. Il Premio, giunto alla XV edizione, è assegnato dall'Unione italiana ciechi (Uic) , associazione che da 90 anni tutela i diritti di non vedenti ed ipovedenti.
Se così fosse, si sarebbe data maggior visibilità alla apple che, da un anno a questa parte, garantisce totale accessibilità ai propri device superando la frontiera del touch screen sino ad oggi preclusa ai nonvedenti;, si sarebbe dato più spazio a quei nonvedenti che, quotidianamente, mettono in campo le proprie competenze a favore della collettività e non si sarebbe lasciato gli studenti, lavoratori, professionisti disabili visivi, in balia di realtà e di servizi fittizi o pressochè inesistenti.
Per senso del pudore mi astengo dal commentare l’intervento introduttivo del Presidente Tommaso Daniele e la consegna del premio al fotografo Oliviero Toscani, autore del manifesto, creato per l’occasione, che attribuisce alla società ogni responsabilità circa la disastrosa immagine dei ciechi. Un plauso va agli interpreti che, attraverso le note de la cura (Franco battiato), attraverso la voce di Arisa e il pianoforte del maestro Barbera, e alla splendida interpretazione di Fiorella Mannoia, hanno contribuito, loro malgrado, a deturpare l’immagine dei ciechi interpretando bellissime canzoni, ma inadatte al contesto.Un commento favorevole lo voglio rivolgere anche alla splendida Eleonora Daniele che, da brava attrice di fiction, ha interpretato bene il suo ruolo.
In ultima analisi il Premio Braille dovrebbe essere conferito a persone o organizzazioni che hanno realizzato qualcosa di concreto a favore dell'integrazione sociale dei ciechi e degli ipovedenti, ma, da quanto si è potuto verificare, i riconoscimenti, eccezion fatta per la apple, hanno raggiunto destinazioni del tutto sbagliate.
Sergio Polin

LA PAURA FA 90!

Sono in ufficio, una mattina di agosto, sono tranquillo le ferie si fanno sentire.
Ho aperto la posta elettronica e ho dato uno sguardo veloce alle rassegne stampa sulle notizie di maggiore attualità.
Accendo il video ingranditore per dare uno sguardo al giornale che riesco ancora a leggere con questo apparecchio indispensabile per un ipovedente grave.
Dovrei essere tranquillo, abbastanza soddisfatto ieri ho avuto una riunione per il progetto della stazione di torino porta nuova e per la risoluzione di problemi riguardanti ciechi e ipovedenti, è andata abbastanza bene.
Ho un lavoro in banca, sono appena stato eletto consigliere provinciale nella sezione dell’UICI di torino, ho avuto l’incarico sulle barriere sensoriali che volevo.
Ho scritto due libri, con taglio ironico sulla disabilità visiva, curo un sito insieme a due amici anche loro soci dell’unione.
Sono sposato e ho appena adottato una bellissima bimba.
E ppure sono inquieto, insoddisfatto e non sono per niente sereno.
Non tanto dal punto di vista personale, ma dal punto di vista del destino collettivo che sia come cittadino, prima di tutto, sia come cittadino con una disabilità visiva in secondo luogo.
Si parla tanto di precariato, noi come categoria stiamo lentamente entrando anche noi nel precariato sociale.
Penso che nell’ultimo consiglio provinciale ho propposto iniziative per festeggiare il 90 anniversario della nostra associazione, spero cose originalie di utilità sociale alla comunità, tanto per sfatare il mito dei ciechi che chiedono senza dare mai niente.
E ppure non sono tranquillo.
Agosto inganna, un pò come in battaglia durante una tregua prima del prossimo attacco.
Mi hanno chiesto di scrivere un articolo sui 90 anni dell’uici, ho detto di si, ma cosa scrivere?
Faccio il rigoroso e vado a prendre nell’archivio del mio ufficio, ormai diventato una succursale dell’unione, un vecchio libro edito nel 2000 per festeggiare gli 80 anni, “in cammino verso le pari opportunità” di Carlo Monti.
Questo libro con un titolo poco accattivante lo avevo letto svogliatamente dieci anni prima, però dopo poche righe l’ho letto tutto, molto bello e accurato, mi ha aperto la mente sulla storia e sul percorso civile e intellettuale della nostra associazione e su come quegli uomini lontani che fondarono nel 1920 l’uici hanno contribuito alla formazione del cittadino consapevole che sono ora davanti ad un PC.
Lo scorro per trovare ispirazione e leggo capitoli che mi ricordo ancora bene a distanza di anni.
Mi colpisce l’affermazione del fondatore dell’uici Nicolodi in alcuni suoi discorsi sulla cecità del 1944, dice: “l’atteggiamento della società di allora si riassumeva nel far si che il cieco transitasse, alla meno peggio, per questa vita fino alla ben arrivata morte di cui la cecità non era che il tragico sosia”, continua dicendo
”Concepitacome metafora di un totale annientamento fisico e spirituale la cecità era considerata come una condizione esistenziale insuperabile e che pertanto doveva essere vissuta nella forma rigida e cristallizzata dell’isolamento e della marginalità, alleviata soltanto dal dono gratuito della pietà altrui”.

Parole forti dedicate al passato che non mi appartengono.
Ma mi soffermo a pensarle e forse nel 2010 forse ancora valide.
Chiudo di scatto il libro, per commemorare l’anniversario dei 90 anni dell’uici mi sento ispirato più dall’attualità.
Mollo il video ingranditore e freneticamente vado a prendre un file di un articolo di giornale di fine luglio.
Lo leggo con la sintesi vocale velocemente, e capisco cosa devo scrivere.
Le maggiori associazioni di disabili hanno manifestato a roma a fine luglio per scongiurare tagli devastanti a tutte le categorie compresa la nostra.
Il pericolo è stato scongiurato in extremis, con una unità d’intenti di tutti i disabili che hanno gridato allo scandalo per la campagna anti disabile, cominciata a tambur battente con i falsi invalidi.
Esistono i falsi invalidi ed esisteranno sempre, quindi tutti i disabili per l’opinione pubblica, vessata dalla crisi e stretta nella morsa della disoccupazione, diventa indifferente alle ingiustizie sociali tranne la propria.
La politica vuole cancellare anni di conquiste, buttandole nel calderone degli sprechi.
Mi sono chiesto che sensazione avessero provato i nostri fondatori in periodi di crisi, adesso lo so, indignazione, rabbia e voglia di rivalsa.
La politica questa volta ha tentato di fare quello che ha sempre titubato a compiere , prendersela con chi pensa più debole.
Ma ha pensato male e la vittoria, ottenuta dalle associazioni storiche compresa la nostra è notevole.
Il governo ha ritirato le proposte vessatorie.
Ma non sono tranquillo, una vittoria di Pirro, i dirigenti nell’UICI HANNO peccato di illusione, annullando manifestazionidi protesta a giugno e luglio, sicuri delle promesse dei politici nei salotti buoni.
Non hanno percepito il pericolo, di una politica sempre più votata a tagliare soldi a tutti indiscriminatamente, pur di fare cassa e pareggiare il bilancio.
Questi dirigenti devono andare a casa e lasciare posto ad altri, non sono più in grado di affrontare il “nemico”.

Noi siamo una voce che transita sul bilancio dello stato e come tale va tagliata questa voce, senza stare a guardare tanto per il sottile.
Chi se ne importa se ciechi e ipovedenti avranno meno servizi e diritti,l’importante è risparmiare.
Certo non siamo esenti da privilegi acquisiti senza tanto senso, la tecnologia potrebbe far risparmiare tanti soldi nel gestire biblioteche e centri di assistenza vari.
Quindi noi dobbiamo e dovremo dimostrare lungimiranza e obiettività, ma non accettare macellerie sociali.
Dopo90 anni di storia,dopo aver preso il testimone dai ciechi fondatori dell’uici reduci dalla grande guerra, abbiamo un testimone difficile.
Spazi apparentemente conquistati e consolidati nella società, sono in pericolo e sono precari e le trincee da cui dovremo combattere non sono, per fortuna quelle della prima guerra mondiale, ma sono più incerte e difficili da difendre, in quanto in un mondo globalizzato noi ciechi e ipovedenti siamo una parte dell’umanità che gira sul mercato della globalizzazione.
Comunque senza l’unione noi ciechi e ipovedenti non saremmo con un piede nel futuro, ma se questa associazione storica non si ridesta dal suo sonno l’altro piede nel futuro ci impediranno di metterlo.

domenica 8 agosto 2010

domenica 1 agosto 2010

Il Regno Unito permette ai musulmani di trattare i ciechi peggio dei cani

Il commento lo faccio all'inizio..
Primo: meglio essre atei
secondo: metterei un regolamento che se sale un cane deve scendere un mussulmano dal bus
terzo: va be essre rispettosi delle "usanze" altrui, ma se questo contrasta con la mia libertà io li mando affanculo
quarto: scusate le parolacce, ma adesso     si esagera.questi atteggiamenti rompono veramente i coglioni
 
 
Il Regno Unito permette ai musulmani di trattare i ciechi peggio dei cani

LONDRA. Scene di ordinaria intolleranza nella Londra multiculturale. Questa volta è toccato a quei ciechi che si sono visti sbattere in faccia le porte di bus e taxi, perché accompagnati da cani-guida. Il fatto è che proprio quegli animali, considerati dai britannici i migliori amici dell’uomo, sono ritenuti dalla legge islamica “najis”, esseri impuri, il cui contatto implica per il musulmano devoto la cosiddetta “najasat”, ovvero una condizione giuridico-religiosa che gli impedisce di accedere ad alcuni atti rituali. L’ultimo dei malcapitati, George Herridge, pensionato cieco di settantatre anni che vive con la moglie Janet a Tilehurst, quartiere di Reading, si è rivolto al quotidiano Daily Mail per raccontare le disavventure in cui è incorso a causa del fido Andy, un Labrador nero.
Per ben due volte, infatti, al pensionato guidato da Andy è stato impedito l’accesso al bus pubblico. La prima a causa del rifiuto di un conducente musulmano, e la seconda a causa di due passeggere, una donna islamica e la propria figlia, che alla vista dell’animale impuro sono state colte da un attacco isterico. Il povero Mr. Herridge, peraltro, è avvezzo a simili scene d'intolleranza, cui è costretto ad assistere anche quando si reca in ospedale o al supermercato. La Guide Dogs for the Blind Association, l’associazione dei cani-guida per ciechi, e la National Federation of the Blind (NFB), la Federazione Nazionale Ciechi, hanno confermato che questo problema è assai più diffuso di quanto si possa immaginare e sta «sempre più degenerando».
Jill Allen-King, portavoce della NFB, ha confessato di essere stata ripetutamente lasciata sul marciapiede da tassisti musulmani che si rifiutavano di far salire a bordo dell’auto il suo cane-guida. Un giorno che tentò, invano, di forzare il blocco, fu persino insultata dal tassista, il quale le gridò che, a causa del suo cane, lui avrebbe dovuto tornare a casa e ricorrere alle abluzioni rituali per eliminare la najasat. I guai tra cani e islam non riguardano, però, soltanto le persone non vedenti. E’ capitato anche a Judith Woods, giornalista del Telegraph, che lo scorso 22 luglio ha scritto un commento sulla vicenda.
«In due occasioni, la scorsa settimana - ha raccontato la giornalista - il mio cane si è visto sbarrare le porte dei bus londinesi, non perché sia particolarmente pericoloso, ma per ragioni squisitamente religiose». Il motivo del primo altolà, infatti, era dovuto al fatto che sull’autobus vi fosse una donna musulmana. Non è stata neppure concessa la possibilità di fare delle rimostranze, perché al primo tentativo di protesta le porte del bus si sono chiuse ed il mezzo è partito. La Woods è stata particolarmente sfortunata quel giorno, perché quando è arrivato il secondo autobus, si è vista opporre un successivo rifiuto. Questa volta il problema era l’autista islamico.

 

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