mercoledì 24 giugno 2009

Borseggiatore cieco sull´autobus denunciato insieme al complice

Come sempre....nostro commento in fondo   

La Repubblica del 16-06-2009

Borseggiatore cieco sull´autobus denunciato insieme al complice

Altri quattro taccheggiatori sono stati identificati nei pressi della stazione

PALERMO. Cieco, impiegato e col vizio del borseggio per arrotondare lo stipendio. È una delle cinque persone denunciate dai poliziotti del commissariato Politeama, guidato dal vice questore aggiunto Rosa Malfitano, nei controlli antiborseggio alle principali fermate degli autobus, in particolare sulle linee 101 e 107.
Alla fine di questi controlli voluti dal questore Alessandro Marangoni, il caso più curioso è di un invalido civile di 54 anni quasi cieco, impiegato incensurato di Bagheria, che, qualche giorno fa ha provato a rubare il portafoglio a una passeggera sul bus della linea 101. Era stato notato dai poliziotti in borghese alla fermata di piazza Castelnuovo, mentre saliva a bordo con un pregiudicato, peraltro sottoposto all´obbligo di firma.
D. M. E. - queste le iniziali dell´impiegato che risulta avere soltanto «un residuo visivo» come dicono i suoi documenti - si appoggiava a un bastone di colore bianco per non vedenti e indossava occhiali da sole: con la mano d´appoggio al bastone coperta da un maglione, si avvicinava alle passeggere cercando, in questo caso senza successo, di aprirne le borse, mentre il complice, che si era accorto di essere osservato, rimaneva fermo. In via Maqueda i due sono scesi, ma sono stati bloccati e identificati. D. M. E., che con sé aveva i documenti a testimonianza del suo handicap e l´abbonamento gratuito rilasciato dall´Amat, è stato denunciato per tentato borseggio.
Tra gli altri denunciati dagli agenti del commissariato Politeama un uomo di 36 anni e una donna di 48, entrambi pregiudicati, mentre si aggiravano con fare sospetto tentando di salire sugli autobus in via Maqueda. Si sono accorto degli agenti e si sono allontanati con una certa fretta verso via Torino. Nella fuga hanno lasciato cadere un portafogli che conteneva i documenti che poi sono stati restituiti al titolare. Altri due invece sono stati bloccati in piazza Giulio Cesare, un 48enne e un 71enne: il primo aveva un portafogli rubato e il secondo aveva violato gli obblighi della sorveglianza speciale. Per lui, infatti, era stato disposto il divieto di utilizzare mezzi pubblici e di sostare alla fermate degli autobus. 
 
NOSTRO COMMENTO..
Vergognati, ti sei fatto beccare, ci hai disonorati  oltre che ciecato adesso sei un delinquente fallito, diranno:"ma d'altronde non ci vede figurati se poteva borseggiare una persona sul bus!".
Sei sei un uomo  confessi tutti i borseggi andati a buon  fine anche se aggraverai la tua situazione.

INCHIESTA. Diversamente abili. Figli di un lavoro minore

nostro commento in fondo 

Famiglia Cristiana del 16-06-2009

INCHIESTA. Diversamente abili. Figli di un lavoro minore

La legge di dieci anni fa impone alle aziende di assumere una "quota" di lavoratori disabili, ma questo non avviene. Ecco perché. E come si può rimediare.

È l'ultimo effetto della crisi economica. Ma nessuno ne parla. Dopotutto, loro sono già tra chi sta in fondo alla fila, lavoratori "zavorra" più degli altri, secondo la denuncia recente del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana. Loro sono i lavoratori disabili, quelli per i quali dieci anni fa una legge dello Stato ha previsto una quota di posti lavoro "protetti" e l'obbligatorietà di assunzione per le aziende.
Ebbene, oggi la crisi e la possibilità per le aziende di accedere alla cassa integrazione, alla mobilità, alle procedure di riduzione dell'orario di lavoro sospendono l'obbligo di assunzione per chi non è abile come gli altri. È l'ultimo premio agli imprenditori e l'ultimo danno ai disabili, che si consuma nel silenzio. Aggrava una situazione già precaria, perché quella legge del 1999 non ha mantenuto le sue promesse, tra controlli poco incisivi e tantissime possibilità pratiche di aggirarla. Invece, per la maggior parte dei disabili il lavoro è vita, argine e trincea contro la depressione, e non semplicemente uno stipendio alla fine del mese.
La legge prevede che in un'azienda che abbia tra 15 e 35 dipendenti ci sia un disabile, due fino a 50 dipendenti e per le aziende più grandi sia riservato a loro il 7 per cento dei posti di lavoro. Ma accade poche volte. È sufficiente che l'azienda versi un contributo al Fondo regionale per l'occupazione dei disabili per essere esonerata dall'assumerli. Può anche decidere di non rispettarla affatto, la legge, tanto la sanzione è di 51,65 euro al giorno, troppo bassa, al punto da essere conveniente. E spesso si confida su controlli carenti, che permettono di farla franca per anni e anni.
Così il lavoro per le persone disabili oggi in Italia resta un "miraggio", come ha denunciato un sondaggio del sito www.superabile.it, uno dei più cliccati portali italiani sui problemi dell'incontro tra lavoro e disabilità. Il tasso di occupazione delle persone con disabilità in Italia è del 19,3 per cento contro il 55,8 per cento di quelle senza disabilità, secondo l'Istat. Ma il dato risale ad alcuni anni fa, quando la crisi economica non aveva fatto sentire i suoi effetti. Il risultato è migliaia di posti riservati a lavoratori disabili non coperti e centinaia di migliaia di lavoratori disabili iscritti perennemente alle liste di collocamento speciali.

Collocamento sotto accusa.
In sostanza, è fallito l'accompagnamento da parte degli uffici di collocamento e delle reti pubbliche di protezione del lavoro dei disabili nelle aziende e negli enti pubblici. Inoltre poco lavoro è stato affidato alle cooperative sociali che si occupano dell'inserimento occupazionale delle persone disabili.
È il collocamento a essere messo sotto accusa. Secondo l'ultima indagine dell'Isfol, l'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori, che opera in collaborazione con il ministero del Welfare e altri enti pubblici, solo il 13 per cento dei disabili ha trovato un impiego attraverso gli uffici di collocamento. Insomma, lo Stato fa poco per i disabili e non aiuta le imprese, soprattutto nei primi tempi di inserimento, con le figure dei tutor previste dalla legge. Molte associazioni che si occupano di handicap rilevano, come ha fatto l'Anffas, che senza il sostegno delle cooperative sociali o delle agenzie per il lavoro «i disabili faticano a trovare un'occupazione», nonostante una legge molto avanzata. L'ultima relazione al Parlamento sulla sua applicazione, a dieci anni dall'entrata in vigore, spiega che gli avviamenti al lavoro, 31 mila circa nel 2007, sono pochi a fronte di circa 700 mila persone iscritte al collocamento.
Qualcuno ha cercato di farvi fronte. La Regione Lazio ha istituito una specie di "bollino H" per le aziende che sono più attente all'inserimento di persone disabili. Ma non basta.
Perché spesso le assunzioni vengono fatte, ma poi i disabili sono abbandonati, lasciati senza far niente, emarginati, come denuncia l'Ufficio per le politiche della disabilità della Cgil, al quale arrivano circa 15 casi al giorno di discriminazione sul posto di lavoro.
La legge che dieci anni fa aveva trasformato il collocamento obbligatorio in collocamento mirato per i disabili ha bisogno per lo meno di un tagliando. Ma sarà difficile programmarlo in tempo di crisi e di denaro che manca, soprattutto per gli ammortizzatori sociali. La norma è molto avanzata, ma fa fatica a essere applicata.
Lo ha fatto notare anche il rapporto Il lavoratore disabile: una risorsa per la comunità, ricerca affidata alla fondazione Laboratorio per le politiche sociali (Labos) e all'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (Ispesl) dal ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, presentata la scorsa settimana al Cnel a Roma.

Manca l'inserimento sociale.
Fa notare Silvano Miniati, consigliere del Cnel, che «è sufficiente che venga rintracciato un disabile finto e tutta l'attenzione si sposta sui falsi invalidi, che esistono ma non rappresentano il problema, perché il problema sono i veri invalidi e il ruolo che devono ricoprire nelle aziende».
Il direttore della fondazione Labos Claudio Calvaruso osserva che «l'inserimento lavorativo di un disabile è una questione che riguarda non soltanto le aziende, ma anche l'intera comunità. La legge approvata dieci anni fa è perfetta e validissima per quanto riguarda l'inserimento lavorativo, ma non lo è altrettanto se allarghiamo il campo all'inserimento sociale».

Alberto Bobbio
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CUOCHI E CAMERIERI ALLA TRATTORIA DEGLI AMICI
Tredici disabili lavorano in una trattoria nel cuore di Roma a Trastevere. È la Trattoria degli amici, aperta otto anni fa dalla Comunità di Sant Egidio, segnalata dal Gambero Rosso, che ha vinto l'anno scorso il premio della Cisl come migliore esempio di inserimento lavorativo. Quattro disabili lavorano in cucina, gli altri servono ai tavoli. Quest'anno, con la collaborazione di Birra Peroni, la Trattoria ha tenuto il secondo corso di formazione professionale di commis di sala e cucina a cui hanno partecipato 18 disabili 
nostro commento..
 
L'unica cosa che non condividiamo di questo articolo è sempre il luogo comune che il lavoro è solo argine per la depressione, se sono depresso ho mangio un gelato al limone  . o prendo il prozac, non mi cerco un lavoro.
Guarda un pò noi abbiamo l'inpressione  che i disabili lavorano  per vivere decentemente con uno stipendio che gli consenta dicomprarsi la casa ecc.
Roba da matti, provate a darci un gruzzolo poi vedete quanti di noi vanno ancora al lavoro.

lunedì 8 giugno 2009

PER CHI HA GIA' LETTO COLPO DI STATO

 
NOSTRO COMMENTO IN FONDO..
 
 
       
«Facciamoci vedere»: un tour contro l'indifferenza

QUANDO LO SPORT È SOLIDARIETÀ. Cicloamatori ciechi da tutta Italia: giro della Toscana con un accompagnatore in tandem

MARINA DI CARRARA. Tommaso Daniele, classe '34, sorride come un ragazzino annusando l'aria che profuma di canfora e di salmastro. Fra poco si parte, mancano solo i dettagli. Massaggia i muscoli con l'unica mano di cui dispone, la sinistra, alza lo sguardo verso un cielo che non può vedere e nell'entusiasmo del momento ci scappa anche un bacio alla moglie, mentre gli appunta con gesto amorevole il pettorale. Numero 1, tocca a lui aprire la carovana dei cicloamatori in viaggio per una settimana lungo le strade della Toscana. Partita lunedì scorso da Tirrenia, arriverà domenica a Ponte a Ema, nella terra di Gino Bartali. Ma il traguardo finale si trova ben oltre: verso nuovi orizzonti, come recita la locandina del "RaTid ciclistico in tandem-Braille 200 anni dopo", organizzato dall'Unione italiana ciechi. TRENTOTTO EQUIPAGGI, alla guida l'atleta normodotato e dietro il non vedente. Riuniti sotto uno slogan che demolisce quel bagaglio retorico dietro il quale si nasconde quasi sempre la più bieca indifferenza: «Facciamoci vedere». In effetti vedendoli così carichi di energia e di passione, così coraggiosi e autoironici, ci si sente tutti un po' più piccoli. A cominciare dai ragazzi delle scuole che su invito degli organizzatori li seguono in questo percorso. A bocca aperta, prima per lo stupore poi per l'ammirazione. «Sul piano della tutela e dell'assistenza abbiano norme fenomenali, rispetto agli altri Paesi, diciamo pure che l'Italia è ai vertici mondiali. Ma siamo molto indietro per educazione e cultura così finisce che quasi sempre queste norme vengono ignorate, anche da parte degli enti preposti a farle rispettare», spiega Leopoldo Federigi, presidente Uic della sezione provinciale di Lucca. E cita uno dei tanti aneddoti di cui è stato protagonista: «Tempo fa, parlando dei nostri problemi, un prefetto della Toscana mi disse: ma io di ciechi in giro non ne vedoProvi lei, gli risposi, ad andare in giro per una delle nostre città con una benda sugli occhi e vediamo quanto resistePer questo abbiamo scelto lo slogan "facciamoci vedere. Per ricordare alla gente che ci siamo, che esistiamo». E di sicuro non sono pochi: 200mila non vedenti, circa 2 milioni con gravi difficoltà visive. Ma per fortuna esistono anche le eccezioni al famoso prefetto. Come i fratelli Fanini, da sempre molto sensibili al sociale, che anche in questa occasione hanno messo a disposizione le auto al seguito e la squadra pro femminile che accompagna i cicloamatori in questo raid. IN TOTALE un centinaio di ciclisti arrivati da tutta Italia. Il più anziano, Rocco Di Fonzo, ha 77 anni e viene dalla provincia di Bari, Gioia del Colle. La mascotte, Andrea Giron di Montecchio Maggiore (Varese), ne ha 23. Portabandiera delle 12 donne in gara Patrizia Spadaccini, ex professionista di livello mondiale che nella sua carriera ha conquistato medaglie in pista e nelle crono. E' di Gabicce ma tesserata per il «Club Amici di Pantani» di Cesenatico e come lei la maggior parte dei partecipanti, anche di altre regioni, gareggia sotto l'egida dell'indimenticato campione. Veterana del raid, Patrizia svela il vero tesoro che si nasconde dietro una manifestazione comunque molto impegnativa anche sul piano fisico: «Un'esperienza meravigliosa sul piano umano. Fra i compagni di tandem si crea un'intesa profonda, chi guida intuisce tutti gli stati d'animo dell'altro, anche solo dal respiro. Per i non vedenti è una prova importante perché accresce la loro sicurezza, l'autostima. Per noi la cosa più emozionante è sentire come si lasciano trasportare, senza remore. E con un senso dell'ironia che possiedono solo le persone speciali: di te mi fido ciecamente, mi disse una volta la mia compagna di gara, perché se cado io cadi anche tu». Un tesoro prezioso, lo sport come lezione di vita. E sempre più raro.

di Laura Alari 
 
 
Nostro commento..
A parte la solita retorica pelosa che ci fa venire il prurito... Sempre sta storia delle persone eccezionali! Ma che hanno fatto sti ciecati intandem? Pedalano come tanti ciechi o non ciechi, vanno in  bici mica volano  o  atterrano sulla lluna senza tuta spaziale, forti della lorocecità! Invece di fare le stessebaracconate da circo in movimento, perchè non ci iscriviamo a  manifestazioni con normodotati tufandoci fra di loro pur con la nostra diversità di ciecati?
perchè dobiamo fare sempre idistinti,otteniamo qualche lacrimuccia qualche frase di solidarietà generica e gonfia di retorica.
A proposito dell'affermazione del prefetto a cui faceva riferimento Eternit..cioè Tommaso Daniele, vorremmo ricordare al presidente megagalattico  che invece di perdere tempo in queste manifestazioni perchè non si impegnadi più nell'abbattere le barriere architettoniche e nel far  applicare le norme al riguardo. Vedrai presidente che ci sarebbero molti più ciecati in giro per il mondo.
Stai attento anche a girare in tandem..... forse presidente  non hai letto il nostro libro colpo di stato.
buon viaggio..