giovedì 30 aprile 2009

sesso sesso sesso..

 
  NOSTRO COMMENTO IN FONDO..

 

Grazie Marien, da te ho avuto la prima carezza della mia vita". Firmato Juan, affetto da Sla, sclerosi laterale amiotrofica. Grazie, per un momento d'amore, anche se a pagamento, duecento euro a prestazione. Marien ha 48 anni, ha un bel fisico snello, capelli castani e lo sguardo sereno. Di professione fa la escort, prostituta se volete, esercita a Barcellona, nella zona delle Ramblas, all'università studiava Scienze politiche, è sposata, separata, ha un figlio.

Marien ha una "specializzazione" però, e da quando questa sua specializzazione è diventata pubblica, grazie a una lunga e dettagliata intervista a El Mundo, il suo blog e il suo sito sono stati oscurati per le troppe richieste, ma soprattutto il tema difficile e delicato della sessualità nelle persone disabili è finalmente uscito dall'ombra. Perché Marien da oltre dieci anni offre sesso a pagamento ai portatori di handicap, per un weekend con lei ci vogliono oltre duemila euro, e quando parla dei suoi clienti ne rivela un lato inedito: "Ho scoperto che queste persone non sono così fragili come si può credere. Hanno bisogno di aiuto in alcuni momenti, ma hanno una capacità non comune di superare le avversità". E se oggi definisce il suo lavoro un "servizio sociale", se in molti casi sono proprio le famiglie delle persone disabili a contattarla, Marien non nasconde che all'inizio il suo fu un calcolo, la scelta, dice, "di lavorare in un settore che le altre disprezzavano".

"Mi sono sposata a 17 anni, è andata male, avevo un figlio e un padre a carico... Ho cambiato nome e ho cominciato a lavorare nei night club di Barcellona. Vedevo le mie colleghe disprezzare gli uomini sulla sedia a rotelle, gli zoppi o quelli che indossavano occhiali dalle lenti spesse. Capii che la strada era quella: iniziai a inserire inserzioni sui giornali catalani presentandomi come escort indipendente. Specificando subito quali fossero i destinatari del messaggio". Da allora un successo (e un business) crescente. "Posso vivere comodamente, ho potuto comprare due appartamenti, far studiare mio figlio". Una storia nell'ombra, fino a poco tempo fa. Una storia che però piano piano la coinvolge. Un blog dove racconta la sua esperienza e le sue sensazioni. "Dare piacere a chi soffre è un servizio sociale. Ho clienti fissi da anni. Siamo diventati amici. Non c'è né pudore né pietà, il sesso è uno scambio, loro ne hanno bisogno, io glielo do....".
Ma dopo l'intervista al El Mundo tutto cambia: il suo blog preso d'assalto, migliaia e migliaia di e-mail, applausi ma anche insulti. Marien diventa un'icona della rete, il dibattito infiamma le associazioni di persone disabili. Il blog viene oscurato, Marien viene sommersa da proposte di interviste televisive, ma per adesso rifiuta visibilità e compensi. "Quello che volevo è spezzare il tabù sulla sessualità dei portatori di handicap. Un problema rimosso, che nessuno vuole vedere, la negazione di un diritto. Le mie colleghe all'inizio mi dicevano: "Marien, come fai, non ti fa schifo?". Sì, parlavano proprio così... No, mai provata questa sensazione, del resto prima di fare l'escort facevo l'infermiera, il mio obiettivo era quello di soddisfare i bisogni delle persone che accudivo, li cambiavo, pulivo. E poi tra i miei clienti ho incontrato persone incredibili, soltanto apparentemente fragili".

In Svizzera, come in Svezia, il lavoro di Marien viene riconosciuto sotto il termine di "assistente sessuale", e le loro prestazioni pagate dallo Stato. Perché forse non c'è bisogno di scomodare la psicoanalisi per spiegare quanto possa essere terapeutico non reprimere ma esprimere le proprie pulsioni sessuali, proprio in soggetti che per le loro patologie non hanno il controllo delle proprie sensazioni. Ed è infatti interessante la testimonianza di Lorenzo Fumagalli, terapeuta di un ragazzo con disabilità mentale. "Era aggressivo, violento. I suoi educatori e i suoi medici decisero che si poteva provare a fargli vivere un rapporto sessuale. Esperimento riuscito: il ragazzo si è calmato e adesso ha incontri mensili con una prostituta".

Un tema delicato, scabroso. Con pacatezza e senza pudori Marien nell'intervista descrive anche le particolari forme di sesso che si possono esercitare con persone affette da disabilità diverse. "Mi commuovono la gratitudine, l'affetto. È vero, vengo pagata, le mie tariffe sono chiare, anzi il denaro è un modo di comunicare netto, senza fraintendimenti. Eppure loro mi ringraziano, come se provare una sensazione erotica per chi è affetto da una diversità fosse un miracolo, una concessione impossibile".

La storia di Marien fa il giro d'Europa. La ritroviamo in centinaia di blog italiani. Le reazioni sono diverse. Le associazioni chiedono cautela, riservatezza. Ma i blogger scrivono. Marco, 31 anni, tetraplegico è il più deciso: "Siamo esseri umani, abbiamo diritto al sesso, all'amore, al piacere. Dopo aver letto la storia di Marien ho chiesto a mia madre di caricare il camper e di portarmi in Spagna. Lei si è messa a ridere, lo ha raccontato a mio padre, e lui ha risposto: perché no, potrebbe essere un'idea".

 

NOSTRO COMMENTO..

Dacci il numero di telefono..ha no !siamo sposati.

Ammazza che prezzi, altro che funzione sociale bisogna fare un mutuo per un fine settimana.

Comunque non si capisce perché un disabile non possa fare sesso con una  prostituta come chiunque altro. Chi stabilisce che è sbagliato, pure discriminati in questo. D'altronde il disabile deve stare piegato su se stesso e piangersi addosso, essere redento dalla religione, essere un grande pensatore, ma una sana ….scorpacciata di sesso figuriamoci scandalo.Comunque noi proponiamo di detrarre dalle tasse queste spese, a meno che anche i normo" dotati" non paghino lo stesso prezzo.

Bislacco che il genitore in fondo all'articolo non abbia preso in considerazione il desiderio sessuale di suo figlio. Meno male che la realtà della vita risolve tutte le masturbazioni mentali.

A proposito adesso i ciechi non perderanno più la vista perché non ci andranno giù di mano ma potranno fare dei pellegrinaggi a Barcellona  magari dopo una tappa a Lourders, magari per lavarsi dai peccati… Un momento e i prostituti per le donne dove   sono? Magari le donne sono più furbe e si sono già arrangiate senza tante storie.

                    

Anche i ciechi vedranno la Gioconda

 

NOSTRO COMMENTO IN FONDO

 

Anche i ciechi vedranno la Gioconda

Un progetto sperimentale al Centre Pompidou di Parigi

Anche i ciechi un giorno potranno vedere il volto della Gioconda grazie al progetto per ora in via sperimentale realizzato al Centro Pompidou di Parigi – che potrebbe venire esteso ad altri musei – che affianca ai dipinti le rispettive riproduzioni in rilievo su lastre di acetato.
In questa prima fase del progetto si è lavorato su una decina di quadri, tra i quali figurano alcuni grandi capolavori come "Femme au chapeau" di Pablo Picasso, "Funicola" di Georges Rouault, "Ubu Imperator" di Max Ernst e "Slave Auction" di Jean-Michel Basquiat.
Accarezzando queste copie i non vedenti possono farsi un'idea della composizione, delle proporzioni, delle prospettive e anche del colore dei quadri originali. Le opere sono accompagnate da una spiegazione in braille.
Tra le altre iniziative del progetto ci sono anche un percorso espositivo detto "pedotattile", audioguide specifiche e gratuite e personale appositamente formato per seguire i non vedenti.
«Queste immagini tattili sono vere e proprie trascrizioni delle opere d'arte in tutta la loro complessità – ha spiegato Anita Del Vitto del servizio educativo del Centro Pompidou – Per ciascun quadro è stato necessario individuare gli elementi costitutivi, decriptare l'intenzione dell'artista fino al gesto del pennello».
Questo lavoro di analisi e ricerca – che è stato finanziato da un'azienda produttrice di occhiali – richiede almeno tre o quattro settimane per quadro prima di passare alla realizzazione in acetato in formato A3.

 

NOSTRO COMMENTO.

Sai che roba, toccare la gioconda. Non è poi così gnocca, data l'epoca per essere fedeli dovrebbero dipingere anche i baffetti


 

 

martedì 14 aprile 2009

carcere duro

 

NOSTRO COMMENTO

 

 


«Vivo in carrozzina, cella da tortura»

Denuncia di un detenuto disabile: bagno alla turca e senza docce
La direzione del carcere: il Centro medico è sovraffollato

BUONCAMMINO (CA). Giovanni Lattanzi è un detenuto pugliese disabile. Si muove su una carrozzina e, quando gli spazi sono ristretti, usa le stampelle.
A Buoncammino non vengono rispettati i diritti degli agenti, figuriamoci quelli dei carcerati. Giovanni Lattanzi, 49enne di Bari, è un detenuto importato dalla Puglia. Si muove su una carrozzina e, quando gli spazi sono ristretti, usa le stampelle. Vivere in carcere è sinonimo di disagio, ma il limite - secondo quanto denuncia l'uomo in una lettera - è stato abbondantemente superato. «Dovrei essere ricoverato nel centro medico, ma è sovraffollato e sono costretto a rimanere in una cella umida con la fossa turca».
LA DENUNCIA Lattanzi (che sta scontando una pena sino al 2018) è sotto processo in Puglia per reati mafiosi riconducibili alla Sacra corona unita. Il magistrato, per esigenze giudiziarie, ha deciso di spedirlo a Buoncammino, nel reparto alta sicurezza. «Sono invalido al 100 per cento, mi sposto su una sedia a rotelle e per alcuni movimenti uso le stampelle». Nel certificato clinico, lungo quanto un trattato medico, patologie invalidanti. «Sono affetto da neuropatia degli arti inferiori, ho un aneurisma trombico all'arteria sinistra, ho delle endoprotesi. Per non parlare delle discopatie cervicali e lombo sacrali. E se non bastasse soffro di ipertensione». Motivi più che validi - secondo l'uomo - per ottenere un trasferimento nel Centro diagnostico terapeutico (Cdt). Ma di traslochi neanche si parla. «Sono recluso nella sezione As (alta sicurezza) , dove non vengono effettuati i controlli periodici giornalieri. Dovrei essere ricoverato nel Cdt del carcere, ma è stracol mo e sono costretto a rimanere in una cella umida, dove i mie malanni non fanno che aggravarsi».
LA CELLA Le sofferenze di Lattanzi sono concentrate nel trattamento per reclusi ad alta sicurezza. «Perché nessuno prende in considerazione il mio stato di salute? In cella c'è la fossa turca, ma non potendo piegare la gambe per me è vietata. Non solo, manca anche la doccia, così per lavarmi sono costretto ad affrontare le correnti fredde dei corridoi che potrebbero provocarmi bronchiti. Perché non mi trasferiscono in un posto più adatto alle mie patologie? Sono disperato, vi prego aiutatemi».
IL CARCERE Il direttore di Buoncammino Gianfranco Pala non si avventura in analisi mediche ma ammette che «il Centro clinico del carcere è al completo. Il recluso, che è sottoposto al regime di alta sicurezza e non può stare con i detenuti comuni, deve avere pazienza, non ci siamo dimenticati di lui». Sulla stessa linea la direzione sanitaria del carcere. «Nel Cdt ci sono a disposizione trenta posti letto e sono tutti occupati. Lattanzi era ricoverato in una stanza del reparto, ma quando è stato trasferito per un processo, il suo posto è stato preso da un recluso molto grave proveniente da Alghero. Ci dispiace, stiamo facendo il possibile per trovargli una soluzione adatta. C'è sovraffollamento e c'è chi ha più bisogno di lui».

Andrea Artizzu

 

 

NOSTRO COMMENTO..

 

A  parte che chiamare un posto così  Buon cammino ci sembra una vera presa per il..

In ogni caso noi non possiamo entrare nel merito delle decisioni dei magistrati, ma non possiamo esimerci dal provaresolidarietà per questo detenuto che sta scontando la pena che gli è stata comminata come è giusto che sia sta scontando , anche una pena aggiuntiva  che non risulta su nessun codice penale: la crudeltà.

Quindi cari dirigenti, se vogliamo  essere superiori come umanità ai campi di concentramento bisogna impegnarsi di più.



 

chi fa il furbo continuerà a farlo..

nostro commento in fondo


La caccia INPS ai falsi invalidi

Per tutto il 2009 verifica straordinaria su 200mila invalidità civili.
(Dm Lavoro 29 gennaio 2009 - GU n. 52 del 4.3.2009 )

Parte la caccia ai falsi invalidi. Saranno duecentomila, infatti, le verifiche sanitarie e reddituali che l'INPS effettuerà per tutto il 2009 nei confronti dei titolari di pensioni di invalidità civile, cecità civile e sordità civile, con lo scopo di controllare il persistere della situazione invalidante ed i requisiti economici previsti dalla legge. Chi non avrà i requisiti, fisici e/o tributari (ad essere controllate saranno le dichiarazioni relative agli anni 2005, 2006 e 2007) si vedrà sospendere immediatamente la pensione o l'assegno di invalidità. Le modalità di svolgimento di tali controlli, previsti dall' articolo 80 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, ed i criteri di selezione degli invalidi sono contenute nel decreto del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali datato 29 gennaio 2009 apparso sulla Gazzetta Ufficiale del 4 marzo scorso. Restano fuori dai controlli le prestazioni assistenziali sostitutive riconosciute agli invali di civili ed ai sordi civili ultrasessantacinquenni; mentre le persone portatrici di menomazioni o patologie stabilizzate od ingravescenti (comprese quelle affette da sindrome da talidomide), che abbiano ottenuto il riconoscimento dell'indennità di accompagnamento o di comunicazione, non dovranno sottoporsi a nessuna visita medica per l'accertamento della permanenza della minorazione. Gli interessati ai controlli, invece, si vedranno recapitare a casa una raccomandata dell'INPS almeno 30 giorni prima dell'appuntamento per la visita medica, la quale illustrerà modalità con cui verrà eseguito l'accertamento di verifica e che farà espresso riferimento alle conseguenze derivanti dalla mancata presentazione al controllo sanitario, da effettuarsi presso il Centro medico legale INPS della provincia di residenza dell'invalido

 

 

NOSTRO COMMENTO

 

Questo film lo abbiamo già visto Come al solito lo stato   prende provvedimenti troppo tardi e in maniera inefficiente.

Sia chiaro che noi siamo per la massima severità per quei…bellimbustiche rubano risorse allo stato. Ma noi le verifiche le faremmo soprattutto nei confronti dei medici legali che danno le pensioni a muzzo. Magari anche facendosi corrompere. Il problema si ripresenta periodicamente, con grave danno per i pregiudizi nei confronti dei disabili che già ne sopportano tanti.

Il cittadino medio quando vede un cieco ho un paraplegico per un attimo non si stupirebbe di vederlo al volante o correre dietro al cieco che gli ha rubato  l'auto.

Invece di metter in piedi questi rastrellamenti, che porteranno come al solito alla vessazione di tante persone che hanno titolo alla pensione, e a scarsi risultati di economia sulle pensioni erogate. Bislacco il fatto di avere già un budget di risparmio a priori, infatti l'inps ha dichiarato più volte di voler risparmiare una cifra hbenprecisa, quindi se non dovesse raggiungere l'obiettivo sicuramente taglierà anche a chi ha titolo alla pensione, per avere un risparmio immediato per poi far fare ricorso al mal capitato.

I controlli devono essre periodici e standard, un giro di vite bisogna darlo alle commissioni che erogano le pensioni. Spesso sono incompetenti  e svogliate, capita spesso che per una patologia oculare non sia presente un oculista ma un ortopedico o viceversa.

Quindi la visita si basa su documentazione senza un esame obbiettivo. Risultato se si trova un medico disposto a certificare il falso il gioco e fatto. La commissione si basa solo sulla documentazione e ciccia.

Quindi bisogna stare attenti alla fonte del malcostume non al mare di quelli che ci provano. Inoltre bisogna interrogarsi sul costo che l'inps sosterrà per questi controlli acampione ?Il rigore deve diventare prassi non eccezione.

Chi  ha una patologia  seria può dimostrare facilmente,  purtroppo,  la propria menomazione, quindi il sistema non funziona per altri motivi.Non si capisce perché per colpa dei soliti furbi devono sempre rompersi gli amenicoli tutti.

I giovani si tassano per i bambini la elementare avrà il suo ascensore

NOSTRO COMMENTO IN FONDO..
 
 
       
I giovani si tassano per i bambini la elementare avrà il suo ascensore

Il Rotaract investe 1.800 euro per sbloccare l´impianto mai collaudato. "Basta con le barriere architettoniche"
I promotori: "Se il Comune non può intervenire è giusto che ci pensiamo noi"
Sei anni di attese sollecitazioni e proteste a vuoto La preside "Disagi quotidiani"

PALERMO. Il Rotaract, l´associazione mondiale di giovani promossa dal Rotary International, ha deciso di investire 1.800 euro per riparare l´ascensore della scuola elementare Basile di Borgo Nuovo. Realizzato nel 2003, l´ascensore è rimasto fermo. «Non è mai stato fatto il collaudo - spiega Giovanna Orlandi, preside dell´istituto - e così l´ascensore è rimasto immobile. In tutti questi anni ho inviato lettere e segnalazioni agli uffici competenti, ma nessuno si è mai presentato. Non è possibile che un istituto scolastico abbia un ascensore fermo. È un problema che ha reso difficile la permanenza in questa scuola di bambini o insegnanti con difficoltà motorie. Ed è anche un problema quotidiano perché spesso ci ritroviamo a spostare da un piano a un altro sedie, banchi o altro materiale, ed è davvero complicato».
Adesso, grazie ai giovani del Rotaract, la scuola avrà finalmente un ascensore efficiente. «Ogni anno - dice Salvo Romano, 28 anni - tutti i Rotaract d´Italia scelgono un progetto nazionale. Quest´anno il tema del progetto è la sensibilizzazione della comunità al problema delle barriere architettoniche. Per realizzare questo progetto a Palermo in modo concreto, tutti i club della zona Panormus hanno raccolto 1.800 euro da spendere per l´abbattimento di una barriera architettonica in città. Abbiamo deciso di investirli proprio qui, in questo istituto, dove l´ascensore rotto rende impossibile ai bambini e agli adulti con handicap l´accesso alle aule». Un progetto accolto con entusiasmo dalla preside, dagli insegnanti e dagli alunni. «Sono davvero felice - dice Orlandi - è inaccettabile che ancora oggi una scuola non abbia un ascensore che funzioni».
A portare avanti l´iniziativa sono tutti ragazzi, spiega Antonio Terranova, 30 anni. Che aggiunge: «Siamo tutti giovani, ma vogliamo dare un contributo e lanciare un segnale. È assurdo che nelle scuole ci siano questi tipi di emergenze. Noi cerchiamo di dare un contributo e proviamo a colmare quelle lacune che altrimenti non possono essere superate».
L´obiettivo è rendere più efficienti i servizi della città. «Se il Comune non può intervenire - dice Francesco Carcione, 24 anni - è giusto che ci pensiamo noi, ed è giusto che lo facciano anche tutte le altre associazioni e i cittadini. Bisogna sostenersi a vicenda e collaborare con i mezzi che si hanno per migliorare la città e i suoi servizi. Crediamo molto in questo messaggio e speriamo che possa essere d´esempio anche agli altri».
A segnalare il problema della scuola Basile ai ragazzi dell´associazione è stato Giovanni Tarantino, consigliere di circoscrizione, che dice: «Quando ho saputo dell´iniziativa, ho pensato subito alla Basile perché questo istituto ha vissuto per tutti questi anni nel silenzio e nell´indifferenza delle istituzioni. Diversi alunni che avevano problemi a salire le scale sono stati costretti a cambiare scuola, e tutto perché nessuno si è preoccupato di collaudare e riparare un ascensore. Con questa iniziativa puntiamo a far capire che bisogna prendere consapevolezza dei problemi, ma soprattutto che è necessario agire in prima persona per risolverli 
 
 
NOSTRO COMMENTO
 
Appena finite le feste ci tocca incacchiarci. Senza nulla togliere ai ragazzi  che hanno dimostrato un senso civico apprezzabile in barba a chi dice che i giovani se ne fregano , dobbiamo dire che siamo esterefatti del fatto che il comune non abbia i soldi per far riparare un'ascensore!!
La sicilia è una regione a statuto speciale, i suoi consiglieri regionali guadagnano uno stipendio stratosferico, solo per lo studio di fattibilità del ponte di messina lo stato ha speso una valangata di soldi,  mentre una scuola non ha un'ascensore. Il volontariato in questo caso purtroppo  a nostro avviso è deleterio in quanto incentiva le istituzioni a non compiere il proprio dovere. STATE  certi che  l'ascensore della regione e del comune di palermo funzionano..
 
 
 

venerdì 10 aprile 2009

''I disabili quattro'': fumetto sul diritto al lavoro


''I disabili quattro'': fumetto sul diritto al lavoro

Per sensibilizzare gli studenti delle scuole di Rimini sulla legge per l'inserimento lavorativo arrivano i ''superoi'' disegnati da Marcello Toninelli e Francesca Da Sacco. Domani la presentazione

RIMINI - Federica, la ragazza in sedia a rotelle, dai capelli rossi ricci e le lentiggini; Mirko, il giovane down, col sorriso da bambino ingenuo; Piercarlo, il sordomuto, taglio un po' punk e l'immancabile "chiodo"; Luca, il cieco, dentoni, orecchie a sventola e grandi occhiali neri alla Ray Charles. Sono i protagonisti de "I Disabili Quattro. Il mistero della sessantotto", un racconto a fumetti per sensibilizzare il mondo della scuola sulla legge 68 del '99, quella per l'inserimento lavorativo delle persone con disabilità. La storia? Quattro diciottenni che, come "fantastici quattro handicappati supereroi" - perché la loro filosofia è "chi ha dei superpoteri ha anche dei superproblemi" - si mettono alla ricerca di indizi per arrivare a scoprire cos'è "l'ucciemmedì", o meglio l'Ucmd, l'Ufficio collocamento mirato disabili.
"I Disabili Quattro. Il mistero della sessantotto" verrà presentato domani, mercoledì 8 aprile, alle 10.30 nell'Aula Magna del liceo scientifico "Serpieri" in via Sacramora 52 a Rimini. Saranno coinvolti gli studenti, le associazioni, le istituzioni locali e alcuni testimonial del mondo dello sport. Realizzate da Marcello Toninelli (sceneggiatore) e da Francesca Da Sacco (che ne ha curato i disegni), le strisce sono state volute dall'assessorato Scuola e lavoro della provincia di Rimini in collaborazione con la Fondazione Enaip San Zavatta, e sono diventate realtà grazie a Cartoon Club.
Per fare capire che si può "vivere la disabilità nella maniera più normale possibile – dice il vicepresidente della provincia con delega a Scuola e lavoro Maurizio Taormina nell'introduzione al fumetto – abbiamo pensato a un esperimento di editoria: trasformare i comics in uno strumento didattico pedagogico, pensando che le strisce possano servire come stimolo per parlare anche di temi più impegnativi e seri come quello rappresentato dal mondo dell'handicap". Il fumetto affronta infatti, in maniera "leggera" e comprensibile, gli aspetti tecnici della legge 68/99. Vale a dire le norme per il diritto al lavoro delle persone disabili, il loro grado d'applicazione e la loro "sfruttabilità". A Rimini e provincia sono circa 3.500 le persone con disabilità. L'albo sarà distribuito nelle scuole, nelle aziende e nei luoghi d'aggregazione giovanile. Ma "I Disabili Quattro" si trova anche nelle fumetterie, al prezzo di copertina di 2,50 euro. (mt)

castronerie belle e bbuone..

nostro commento in fondo ...


Il Grande fratello e il dibattito su Gerry Longo...

Il Grande fratello e il dibattito su Gerry Longo: è giusto fare spettacolo sull'handicap?

di Riccardo Spiga

Si è discusso e si discute ancora della partecipazione alla nona edizione del Grande fratello di Gerry Longo, ragazzo cieco da poco eliminato dalla casa più spiata d'Italia. Alcuni, tra cui anche una parte - penso minoritaria - delle associazioni dei non vedenti, hanno espresso forti perplessità sulla scelta di utilizzare la disabilità come elemento di spettacolo, come risorsa per catturare l'attenzione del pubblico.
C'è insomma una corrente di pensiero che vuole che sui media (e forse, suppongo, anche in altri ambiti) l'handicap sia quasi nascosto e comunque sempre trattato in termini ed entro confini ben precisi, per esempio attraverso il linguaggio dell'informazione e non attraverso il format dello spettacolo e dell'intrattenimento.
Rispetto ovviamente questa posizione, ma posso dire di non condividerla. La televisione, e in questo blog ce ne occupiamo parecchio, ha uno straordinario potere di condizionamento: definisce modelli di comportamento, canoni di bellezza, mode e stili di vita che hanno un forte impatto sul pubblico, soprattutto attraverso programmi di grande ascolto come il Gf.
Ora le produzioni televisive, nella selezione dei protagonisti dell'intrattenimento e dei reality, troppo spesso sembrano ispirarsi a criteri da Terzo Reich (sia detto con ironia), nel senso che il vippame del piccolo schermo a guardarlo con un po' di attenzione pare composto da personaggi fatti in serie: uomini formato Big Jim e donne formato Barbie. Insomma, una selezione un po' discutibile.
Ecco, se all'interno di questa logica cominciano a trovare spazio figure diverse, che si discostano da quel modello di uomini e donne fatti in serie a cui siamo abituati, se entrano personaggi che appaiono antitelevisivi per eccellenza, come può essere un disabile, beh l'innovazione mi pare possa essere salutata con soddisfazione.
La televisione ha come nessun altro mezzo il potere di far apparire ciò che trasmette e racconta come consueto, accettabile, normale; ha la capacità di rendere familiare per il pubblico anche ciò che, sulle prime, può apparire distante, strano o persino fastidioso.
In questo senso la presenza in tv di persone portatrici di handicap, come normali personaggi parte di uno spettacolo e non come centro dell'attenzione in ragione della loro disabilità, può essere utile agli spettatori per maturare un atteggiamento lontano dai luoghi comuni, dal pregiudizio e dalla paura. Dico paura perché si ha sempre un po' di timore di fronte all'hadicap, come di fronte a qualsiasi realtà che non si conosce.
Insomma, in termini di sensibilizzazione del pubblico fa molto di più un Gerry al Grande fratello che un dibattito a Porta a porta o un reportage di Piero Angela. Fermo restando che, su questi temi, è necessaria e indispensabile anche l'informazione giornalistica.

NOSTRO COMMENTO..

 

Ci sembra importante puntualizzare alcune cose su gerry, secondo noi naturalmente.

In primo luogo essere contrariati dal GF e dalle prestazioni di gerry, non vuol dire necessariamente auto ghettizzarsi solo in ambito associativo e recintarsi solo in luoghi preposti all'argomento disabilità..

Sinceramente pensare che il GF sia piùù utile di Piero Angela è una castroneria bella e buona. Questa affermazione dimostra quanto sia caduta in basso la comunità dei media. Chi guarda il GF non vuole capire, approfondire,, ma vuole solo  svuotarsi il cervello nel nulla, quindi qualsiasi messaggio viene tritato da questo atteggiamento mentale. Un disabile come gerry, non può far altro che confermare i luoghi comuni sui disabili, in quanto nel suo caso, ha sempre messo la disabilità al primo posto, cosa necessaria perchiarire la sua posizione all'interno delle dinamiche della casa. Però così facendo è stato considerato soprattutto un paziente con cornea trapiantata. I suoi messaggi sono stati interpretati come curiosità estemporanee, ragazzi e adulti non possono imparare niente dal  gf da persone senza disabilità, figuriamoci da chi ne ha una.Quello che passa attraverso la tv del gf, può essere solo una curiosità momentanea. Sinceramente essere paragonati a gerry con frasi del tipo: "hai visto sti ciechi, pure dal grande fratello.." sai che progresso!

Ciò di  cui abbiamo bisogno nel mondo, è esperienza diretta e integrazione fra di noi intesi come disabili, poi se ne abbiamo voglia integrazione con chi ci sta intorno. La cultura del diverso si può comprendere solo dopo anni di frequentazione con amici o conoscenti affetti da una disabilità con risultati incerti.E' un lavoro che tutti noi affetti da un handicap, facciamo ogni giorno nel nostro piccolo, a modo nostro discutendone con  gli addetti ai lavori, ma anche con la comunità che ci circonda, spesso senza pregiudizi l'uno verso l'altro, ma spesso non riuscendo a trovare un vero piano d'incontro. E' così perché l'uomo e un animale sociale strano, giudica normale ciò che vede nello standard della massa. Il resto è una minoranza da trattare con imbarazzo. Figuriamoci  se il gf, può risolvere questi nodi così profondi. Gerry è libero di fare ciò che vuole, ma non si può pretendere che sia il dio risolutore dell'approccio pietistico e pregiudiziale  sui  disabili.Al massimo ha dimostrato di essere una carogna come gli altri del gf, che vogliono apparire in tv come scorciatoia per una futura fama nel mondo mediatico. Noi come persone e come persone anche disabili esistiamo senza che questo assunto sia dimostrato dalla tv.

Francamente se siamo ridotti al punto che il gf deve essre il mezzo di trasporto di messaggi importanti come comprendere l'essere umano ingenerale possiamo anche spararci.

Il commento sopra dell'articolo che stiamo trattando  dimostra chiaramente l'assunto che la tv pensa di essere l'unico mezzo per poter comunicare in maniera efficace. Sbagliato e fuorviante, i risultati dello sfruttamento del'handicap per  fare ascolti, non può che ingenerare equivoci e sbagli clamorosi nel pensare alle diversità.

Questo non vuol dire che chi ha una disabilità non può divertirsi e giocare al gf è chiaro. Ma smettiamola con le cavolate del tipo che si sensibilizza l'opinione pubblica non ci  convince  ed è facilmente dimostrabile. Provate a intervistare seriamente gli spettatori medi del gf è ascoltate le risposte. Una persona, un cittadino con una limitazione fisica, sensoriale o mentale, ha bisogno di non avere barriere nel mondo reale, non in quello mediatico. Noi siamo  diversi uno  dall'altro la disabililtà non ci rende uguali. Il nostro esistere è un difficile  equilibrio nel non negare i nostri limiti, ma nello stesso tempo non esserne succubi quando si puòevitare di esserlo. Non è facile. Ricette come il gf, hanno lo scopo di usare e gettare questi argomenti nell'arena della stupidità di massa. Chi ha una disabilità vuole essere come gli altri, ma non può esserlo per tanti motivi, dalle barriere fisiche e mentali. Forse questo ci rende a volte arrabbiati e scontenti ma veri e non finti felici e realizzati. FINE DELLA PREDICA.