giovedì 17 dicembre 2009

Finti ciechi, scandalo infinito ora Alaio annuncia rivelazioni

 

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 La Repubblica del 13-12-2009

Finti ciechi, scandalo infinito ora Alaio annuncia rivelazioni

Il politico ha avvisato la Municipalità prima dell´arresto.
La moglie greca lavora in Regione nello staff di Passariello (Anticamorra)

NAPOLI. Dopo sessanta arresti, lo scandalo dei finti ciechi è solo alle prime pagine. Il politico di centrodestra Salvatore Alaio sarà interrogato oggi in carcere, il pm Graziella Arlomede ha presentato richiesta di convalida. È probabile che non risponda. Ma il suo silenzio è momentaneo. Nella visita alla I Municipalità, venerdì alle 12.30, nove ore prima di essere bloccato dai carabinieri a Materdei, confidava negli uffici di impiegati e dirigenti che presto avrebbe rivelato la verità. Almeno, la sua verità. «Se mi arrestano, parlo». Nell´intervista a "Repubblica" sostenne di essere pulito e di non aver intascato un soldo, anzi sperava di precedere l´arresto offrendo spontanee dichiarazioni alla magistratura. Sapeva che alcuni degli arrestati avevano fatto il suo nome. Si erano avvalsi della facoltà di non rispondere invece gli altri, difesi in gruppo da tre avvocati, scelto uno per ogni strada del Pallonetto.
Alaio è considerato il regista della truffa da oltre un milione di euro, teneva per sé gli arretrati, ai falsi ciechi lasciava intatta solo la pensione mensile. Avrà avuto dei complici. Quelle quattro parole («Se mi arrestano, parlo») rendono tutto e niente. Può essere una banale frase di routine o una minaccia. E se lo è, chi teme le sue rivelazioni?
Si sono conclusi per gli altri 59 arrestati gli interrogatori di garanzia del gip Ludovica Mancini, con il pm Giuseppe Noviello. L´indagine del pool "reati contro la pubblica amministrazione", diretto da Francesco Greco, prosegue in tre direzioni. Quali altri personaggi si nascondano dietro Salvatore Alaio, il 35enne consigliere di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo, alla terza elezione con consensi record, 1912 voti. Quale sia stata l´attività del Caf, centro di assistenza fiscale del politico, in piazzetta Salazar, tra Pizzofalcone e Pallonetto di Santa Lucia, dove Alaio era una calamita di voti per sé e per i suoi leader.
Alaio era nelle file Alfredo Vito, quando subentrò da primo dei non eletti a Mario Marrandino, un consigliere scomparso, tra il ‘97 e il ‘99. Nel 2001 e 2006 ha stabilito il primato con valanghe di voti. Prezioso l´aiuto in campagna elettorale a Luciano Passariello, presidente della Commissione anticamorra della Regione. Significativo, ma senza alcun profilo giudiziario, un dettaglio: nello staff di Passariello c´è Alexandra, moglie greca di Salvatore Alaio, da Metronapoli e trasferita "per comando" alla Regione, proprio alla Commissione anticamorra.
Nella Municipalità due i dirigenti in grado di fornire chiarimenti. Teresa Vitale e Gennaro Sacco hanno avuto contatti con Salvatore Alaio. Proprio la Vitale ebbe i primi dubbi sulle false pensioni per invalidità, leggendo la strana lettera di un Comune della provincia di Mantova. Con Gennaro Sacco il consigliere arrestato aveva ottimi rapporti.
Il presidente della Municipalità, Fabio Chiosi, Pdl, ha confermato che Alaio passò dal suo partito subito agli indipendenti. Alaio non ottenne la vicepresidenza. Dice oggi Chiosi, che girò i sospetti di Teresa Vitale all´avvocatura del Comune, quindi alla Procura: «Si dimostra come nella nostra Municipalità ci sia massima trasparenza. Magari vi fosse lo stesso rigore altrove. Per il resto, massima fiducia nei magistrati». Con il pool di Greco indagano i carabinieri di Posillipo, guidati dal comandante Tommaso Fiorentino. Alaio sarà sospeso dal prefetto Alessandro Pansa. Primo dei non eletti è l´avvocato Alessandro Librino 
 
NOSTRO COMMENTO.. 
 
Noi non capiamo perchè questi italiani sono sempre mal pensanti, sempre a dire che è tutto un magna magna!
Guardate che esempio di trasparenza e onestà da un funzionario pubblico. pure eletto,anche un cieco vedrebbe che è tutto a posto.
Tutti questi infami accusatori in gatta buia devono andare.
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà all'accusato, che come minimo dovrebbe fare carriera ed essere difeso, almeno lui le promesse le mantiene, aveva detto vi sistemo e li ha sistemati....

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giovedì 10 dicembre 2009

Truffa dei finti ciechi: sparito il politico. "È un infame, tutto il quartiere lo cerca"

 NOSTRO COMMENTO IN FONDO... 

Truffa dei finti ciechi: sparito il politico. "È un infame, tutto il quartiere lo cerca"

Pallonetto di Santa Lucia, dopo la retata è braccato un consigliere della Municipalità. Le rivelazioni del presidente Chiosi

NAPOLI. Ma dov´è? «Se non è scappato in Spagna o in Brasile, lo troviamo. Noi o i carabinieri, vediamo». Bastano la domanda e uno sguardo d´intesa per scoprire la rabbia del Pallonetto di Santa Lucia. Era la roccaforte dei vecchi contrabbandieri, uomini d´onore che sfidavano la legge e il mare. Dall´alba di lunedì è il rione dei finti ciechi, 44 donne tra i 56 agli arresti domiciliari, ma più che della retata si sentono umiliati dall´ingenuità. Si sono fidati troppo del politico che raccoglieva valanghe di voti e soldi offrendo pensioni di invalidità. È braccato dai suoi elettori.
È il secondo giorno. Nella piazzetta, il solito gruppo davanti alla statua di Padre Pio, grigia di ghisa, ma ieri con i fiori freschi. Il nome del politico è ancora coperto, ma si sa molto di più su questo strano faccendiere, che per tutti ora è "O´ Nfamone". Un traditore, perché? «Ha abusato della buonafede della povera gente. È stata la nostra miseria a farlo ricco». A chi gli chiedeva posti di lavoro, offriva una pensione di invalidità, soldi facili e puntuali. Per sé tratteneva gli arretrati. Mica poco. Fino a 18 mila euro per pratica. La pensione oscillava tra i 427 euro e i mille, dipendeva dal nucleo familiare.
Cominciano gli interrogatori di garanzia, il gip Ludovica Mancini con il pm Giuseppe Noviello saprà abbastanza. Sono tutti pronti a fare i nomi. Ed è chiaro perché. I finti ciechi dovranno restituire tutto: le mensilità prelevate ma anche gli arretrati, «ma quelli li ha presi O´ Nfamone e solo lui li può dare», si ribellano padri e mariti delle donne arrestate. Le voci del rione riferiscono che il registra della truffa è un consigliere della Municipalità, «uno che contava». Uno dei 19 di maggioranza, quindi. Sono 15 del Pdl, uno di Udc e Udeur, due indipendenti. Il Pdl ha registrato consensi record al Pallonetto. «Uno che abitava da queste parti, non si vede più, dicono che ha comprato una bella casa, ma da un´altra parte».
Un consigliere, ma chi? Il presidente della Municipalità è Fabio Chiosi, Pdl. Risponde dalle Dolomiti. «Posso dire come è stata scoperta la truffa, ma non so niente del politico, se c´è lo sanno i carabinieri». La procedura precede un "verbale di riconoscimento" dell´Asl, sezione 52, "commissione unica" per i ciechi. L´Asl per posta invia il verbale alla Municipalità che dopo una breve istruttoria emette il "decreto di pensione". Lo affida all´Inps. L´imbroglio è nel secondo passaggio. Alla Municipalità arriva un falso "verbale" dell´Asl.
Racconta Chiosi: «Ci arrivò una richiesta di informazioni dal Comune della provincia di Mantova per un cieco di Napoli. La dirigente della sezione Teresa Vitale si insospettì. Me ne parlò. Mandammo una informativa all´avvocatura del Comune di Napoli, che la girò alla Procura. Non ci siamo fermati. Abbiamo controllato i registri. I numeri di protocollo non coincidevano. Siamo andati avanti. Abbiamo chiesto informazioni all´Asl su un caso strano. Sorpresa. arrivano due risposte dall´Asl. Una: "il verbale non è nostro". L´altra: "il verbale è nostro, tutto a posto". Il minimo, informare i carabinieri». Ha indagato il comandante di Posillipo, Tommaso Fiorentino che lunedì dopo la retata ha esteso al suo gruppo di detective i complimenti del comandante regionale, Franco Mottola. L´inchiesta, diretta dal pool di Francesco Greco, "reati contro la pubblica amministrazione", va avanti. Le voci del rione e le rivelazioni di Chiosi anticipano la nuova fase. Ecco, sono da s coprire il politico che offriva le pensioni in cambio di voti e quota-arretrati, poi i complici negli uffici di "Asl sezione ciechi" e Municipalità, che potrebbe costituirsi parte civile. «Contro chiunque, anche se c´è qualcuno del mio partito. Per noi la legalità non è una parola astratta, e l´abbiamo dimostrato». (a.c.)
 
 
NOSTRO COMMENTO.
 
Ragazzi siete forti a Napoli, adesso il problema è beccare l'infamone, mica chiedere scusa e preoccuparsi della legge infranta.
I carabinieri secondo noi , non devono sforzarsi molto, l'importante è seguire qualcuno degli accusati, che prima o poi beccherà l'infamone.
Comunque un consiglio tecnico: ma perchèè avete scelto la cecità? E' più facile mascherare uno zoppo, una persona su sedia a rotelle, ogni tanto ti alzi per darti una scgranchita, oppure ti travesti quando devi camminare, i carabinieri ci mettono un pò di più a beccarvi.
Quindi la prossima volta non fatevi accecare dall'avidità, siate più furbi e soprattutto da scafati e fatalisti napoletani ma come fate a fidarvi di un politico?
Non ci sono  più i napoletani di una volta!

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mercoledì 9 dicembre 2009

Sanremo: problemi in palestra per giovane non vedente

 
NOSTRO COMMENTO IN FONDO  ...
 
Sanremo: problemi in palestra per giovane non vedente

SANREMO - "Salve, sono una ragazza non vedente, una delle tante cittadine del comune di Sanremo. Immagino che a molti sembrerà strano, ma io, anche con la mia disabilità, riesco a condurre una vita pressoché normale: ho un lavoro, una vita sociale e sono in grado di gestire in piena autonomia la mia casa e le attività quotidiane che svolgono tutti. La cecità comporta delle difficoltà oggettive, facilmente superabili attraverso un paziente lavoro e i giusti ausili. Alla fine penso che rappresenti un grave problema più per gli altri che per me stessa. Ai nostri giorni si sente tanto parlare di integrazione, sia dei disabili che degli stranieri, nelle scuol e, nel mondo del lavoro e in tutti i settori della vita sociale. In concreto però, dov'è realmente tutta questa integrazione di cui si parla? Ho deciso di praticare un po’ di sport e tra le varie opzioni proposte dal comune, ho scelto una palestra di cui avevo sentito parlare bene. Martedì scorso sono andata alla scuola per prendere informazioni sulle attività sportive. Arrivata in palestra, mi hanno illustrato i corsi ponendomi però questa condizione: il divieto di portare il mio cane guida in palestra perché avrebbe potuto essere infestato da pulci, che rischiavano di danneggiare il parquet del pavimento. In alternativa mi è stato proposto di lasciare il cane a casa, in cambio della gratuità delle lezioni. Tengo a precisare che per me il cane guida non è un vezzo, non lo porto nei posti pubblici per 'far dispetto' agli altri: il cane rappresenta i miei occhi, grazie ai quali sono in grado di essere indipendente da terzi e posso svolgere in piena autonomia le mie attività. Il mio cane è una presenza affidabile e discreta grazie al quale riesco ad avere una vita normale, come tutti. Dato che mi considero al pari di tutti gli altri, se intraprendo una qualsiasi attività lo faccio perché ho la possibilità di farlo, non avendo così bisogno dell'aiuto delle altre persone, cosa che considero estremamente discriminante. Per fortuna sono riuscita a trovare un accordo con la responsabile della palestra, che prevedeva l'impegno da parte mia di portare una gabbia portatile dove mettere il cane durante la lezione, in modo da non recare disturbo a nessuno e allo stesso tempo garantire la sicurezza e la tranquillità del mio cane. Stabilite le condizioni, ho deciso di fare una lezione di prova sia per il corso di Pilates, sia per quello di Power yoga. Stasera sono andata in palestra piena di curiosità per questa nuova esperienza, ma purtroppo le mie aspettative sono state troncate appena varcato l’ingresso. La signora che si trovava alla reception, mi ha accolto dicendomi che aveva parlato con l’insegnante, il quale non si voleva assumere la responsabilità di inserirmi nel corso di gruppo. Con molta gentilezza mi ha fatto parlare con l’insegnante, che si è scusato spiegando che per motivi assicurativi e per la mia sicurezza, non avrebbe potuto inserirmi nel gruppo. Io a mia volta gli chiesi se lui spiegava a voce gli esercizi da fare, e alla sua risposta affermativa, gli feci notare che in questo caso, con l’esercizio spiegato a parole, sarei stata perfettamente in grado di seguire le lezioni. Lui aggiunse che la cosa non era possibile in quanto se lui si fosse dovuto dedicare a me non avrebbe potuto seguire gli altri, ma io non credo di necessitare attenzioni così tanto particolari, tanto piu che ero perfettamente cosciente sia delle mie possibilità, sia del fatto che il corso si sarebbe tenuto in gruppo, dato che era anche uno dei motivi per cui mi interessava frequentarlo. L'insegnante ha conti nuato dicendomi che per motivi di assicurazione, che non prevedeva 'casi speciali' all’interno della classe, lui e la sua società non si potevano prendere questa responsabilità. Mi ha spiegato che lui sa cosa significhi lavorare con le persone disabili, poiché gli è già capitato varie volte, e che era disposto a trovare delle ore libere per darmi delle lezioni individuali, senza maggiorazioni, in modo da seguirmi nel migliore dei modi. Pur apprezzando la disponibilità dell’insegnante, mi chiedo la ragione per cui una persona disabile venga ancora troppo spesso isolata e non ci si sforzi di trovare delle soluzioni alternative che permettano di affrontare il problema, senza creare danno sia al disabile che agli altri, senza comportare l’esclusione dal gruppo. La cosa piu triste di tutto questo episodio è che, nonostante tutte le belle parole che si sentono in giro, io rimango sempre un 'caso particolare'. Il mio handicap viene sempre posto di fronte a tutto, e lì ci si ferma, senza poi nemmeno considerare il fatto che dietro a una qualsiasi diversità, c'è sempre un essere umano".
 
 
NOSTRO COMMENTO.. 
 
Ringraziate che è natale e non possiamo lanciare improperi, lo abbiamo promesso a babbo natale.
Non si può rifiutare l'accesso a nessuno in una palestra sia privata che pubblica, la protagonista di questo episodio si deve impuntare.
Il cane guida, può entrare dove vuole, le pulci di solito le hanno di più i sedili di trenitalia e gli esseri umani che non si lavano.
Inoltre si può dire che il personale della palestra è coperto da una assicurazione e anche il cane e anche il cliente che sottoscrive un abbonamento.
Ma è mai possibile che siamo ancora a questi livelli?
Noi a Torino andiamo in palestra, publica o privata senza problemi.
Come abbiamo letto su un libro recentemente, i cittadini con disabilità passano più tempo a far valere i propri diritti che a goderne!

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Il doppio gioco di un politico "Ha preso voti e molti soldi"

      
Il doppio gioco di un politico "Ha preso voti e molti soldi"

Nei vicoli del Pallonetto. "Diamo il nome al giudice".
Accuse e rivelazioni sul faccendiere che si cela dietro il grande raggiro

NAPOLI. C´è un politico dietro. Sono passate sei ore dalla retata, ne bastano due per captare l´identikit del regista di questa truffa, comica e amara, sembra uscita da un film di Totò e Peppino De Filippo. Lo Stato che manda i soldi ai finti ciechi. Più facile che indovinare un terno. Quel politico aveva illuso il Pallonetto, un antico groviglio di vicoli e gradini tra Santa Lucia e Monte Echia. Un politico, e chi è? «O´ Nfamòne». Nessuno dice il nome, prima lo votavano ora lo odiano, qualcuno l´avrà già soffiato ai carabinieri, una donna è pronta a confessare, aspetta solo di essere chiamata dal giudice. «Ho detto a mia figlia che se lo deve cantare subito, e vedrete che il giudice mette le carte a posto», si dà coraggio un pensionato.
Sono 44 le donne coinvolte. Via Pallonetto è lunga e curva come un punto interrogativo. Sale da Santa Lucia, scende per poi risalire verso Monte di Dio. Più che una strada è un carcere: 56 agli arresti domiciliari, oltre quelli che vi erano già. «Quasi uno per ogni famiglia, perché qui c´è miseria, e chi non lavora deve arrangiarsi», si rassegna il padre di una delle ragazze arrestate all´alba, le più anziane sono tutte Nunzia, Annunciata, Concettina, Carmelina, Giuseppina, i più giovani Loredana e Massimiliano, ragazzi, si fingevano ciechi anche loro? «E che volete, mia figlia va a fare anche i servizi in casa e tiene figli, è separata» Difende tutti: «Chi non lavora non va mica a rubare, cerca un posto, e se non lo trova si accontenta della pensione».
L´origine della truffa è tutta qui. Il politico prometteva posti, intanto offriva una pensione. Bastava firmare, al resto pensava lui, "O´ Nfamòne". Dovrebbe essere un consigliere della Municipalità. Un voto di scambio, quindi? «Ma quale scambio, lui prendeva i soldi. Il business era per lui non per noi». Ormai il silenzio è infranto dalla voglia di giustificarsi. Si allarga il gruppo nella piazzetta, al centro l´inferriata protegge la statua di padre Pio, con fiori di plastica, orribili girasoli amaranto, ingrigiti dalla pioggia. Ieri mattina nessuno ha portato i freschi, si capisce. I trecento carabinieri sono arrivati alle 5, il cellulare all´inizio della strada, laggiù, auto civette lungo la strada, i lampeggianti accesi sono quando è arrivato il primo fotografo.
Sarebbero tre i faccendieri. dietro la truffa. Di uno sono certi al Pallonetto, lo conoscono. Il politico. «Nessun voto di scambio, lui ci guadagnava e basta. Chi firmava, aveva la pensione. Mio figlio 427 euro per 4 mesi, poi il patatràc. Lui dieci mesi di arretrati se li è presi, però». Accusano il politico, per difendersi dal sarcasmo dei ragazzi di malavita, ascoltano con l´aria vissuta, uno reagisce, la sua saggezza li offende. «Voi parlate male di quello lì, ma quando avete accettato l´affare perché l´avete fatto? Io ho passato gli anni belli della gioventù in carcere, ho sbagliato e non mi lamento. Ma veramente pensate che uno può passare tutta la vita per cieco? Siete stato troppo babbà, voi e lui», è drastico questo giovane sui trenta, smilzo nel giubbino nero, più tardi confiderà una storia che gli spezza il cuore, da sei anni il padre è in un carcere africano, lo presero su una barca tra Algeria e Spagna con la droga. Uno che conosce la vita, il danaro facile ma anche i suoi prezzi. Incalza. «Ma non potevate inventare un´altra malattia? Tutto, fuorché cieco e senza le gambe».
Ma il rischio era calcolato, secondo i tre faccendieri. L´Asl ha solo per la cecità una commissione unica di controllo per tutta la provincia. In quell´ufficio doveva esserci una talpa. Ma c´era anche un dirigente accorto, una donna medico, Maria Vittoria Montemurro ha però dato l´allarme ai carabinieri di Posillipo, e Tommaso Fiorentino il comandante in venti giorni ha chiuso l´indagine. Come quella sulla truffa delle farmacie. Con il capitano Federico Scarabello, c´era anche Fiorentino ieri mattina. Non hanno detto che i carabinieri li pedinati e filmati: alcuni dei 59 si rivedranno nei fotogrammi. «Io non li condanno, qui da quando hanno tolto di mezzo il contrabbando non si vive più», sospira un altro, che non è andato a lavorare, deve fare la spesa, «mia moglie non può muoversi». La signora fu fotografata, vendeva biancheria intima, ha una bancarella nel mercatino di Chiaia. Il clic l´ha ripresa mentre contava i soldi. Cieca lei?
Per il regista della truffa le ore di libertà sono contate. Dicono che era tra i più votati nel quartiere, giovane, gentile, «che bravo figlio», le vecchiette erano devote. È inevitabile che gli arrestati facciano il suo nome. Si capisce da una domanda, uno del gruppo è preoccupato. «Lo Stato ora vuole i soldi indietro, giusto? Mio figlio non può dare quelli che ha effettivamente preso. Un anno di pensione. Ma un altro anno di arretrati li ha presi quello lì. È lui che li deve dare, mica mio figlio, sennò dove li piglia?». Lo rincuora un vecchio tassista, gli hanno arrestato il fratello, qui in famiglia hanno tutti almeno un guaio e un taxi. «Non vi preoccupate. Sapete chi è potente? Il Papa, il re e chi non tiene niente». Uno gli batte la mano sulla spalla, come dirgli grazie. Un altro gli offre una sigaretta. Sembrano ora risollevati. La miseria è la trincea che li salva, pensano questo.
Passa uno scooter, portano un cuscino di fiori. Trenta metri dalla statua, al numero 4 di vico Lungo Stuorto Pallonetto c´è un portone chiuso. Nello stesso palazzo una signora morta e due arrestate. «Che brutta giornata, chi se la scorda?» l´uomo con la figlia che portava il motorino e prendeva la pensione da cieca, se ne va. Ora ha fretta. Dove va? Dieci minuti dopo, esce dalla ricevitoria del Lotto di Santa Lucia. Avrà giocato i numeri della sua disgrazia? «Mica solo lui. Noi consigliamo queste due combinazioni: 26 la truffa, 36 i carabinieri, 44 gli arresti, 46 la pensione. Si può anche fare: arresti, carabinieri e 57». Cos´è il 57? «I finti invalidi». La Smorfia sapeva già tutto.

di Antonio Corbo


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venerdì 4 dicembre 2009

Quei disabili «scartati» su un'isola deserta...

nostro commento in fondo ...

Quei disabili «scartati» su un'isola deserta...

Prima o poi doveva succedere: parte, in Inghilterra, un reality stile "Isola dei famosi", dedicato interamente a sei persone con disabilità e intitolato "Cast offs" (letteralmente "Gli scartati"). Una scelta che conferma come non sia ancora arrivata l'epoca in cui la disabilità viene concepita come una condizione normale, come una delle possibili situazioni di vita delle persone. E c'è da temere fortemente l’importazione in Italia di questo format, perché da noi, specializzati nel trash, un programma di questo genere butterebbe a mare i tentativi di corretta inclusione sociale e di buona comunicazione rispetto ai diritti e alla qualità della vita delle perso ne con disabilità.

Prima o poi doveva succedere. È successo. Un reality stile Isola dei famosi dedicato interamente alle persone disabili. Ci ha pensato in Inghilterra Channel 4 e il programma si chiama Cast offs, ovvero "Gli scartati".
Niente male per definire sei persone "toccate" dalla disabilità. Un cieco con la passione delle armi (?), una sorda incinta (mah…), un paraplegico in sedia a rotelle, una donna nana (ma, dicono quelli della tv, dal carattere forte… e perché non dovrebbe avere un carattere forte?), e poi un uomo con i segni del talidomide (ossia senza braccia, con le mani direttamente attaccate alle spalle), per finire con una donna affetta da cherubismo (deformazione del viso, della mascella…).
Questi sei personaggi per tre mesi sotto le telecamere per dimostrare le loro abilità, per raccontare la loro vita, per mettersi a nudo proprio rispetto a ciò che la curiosità morbosa della gente si aspetta, ovvero il comportamento in conseguenza della diversità, dell'anomalia, della stranezza.
Sul sito di Channel 4 una pagina con interviste, trailer e, per chi vive nel Regno Unito, la possibilità di vedere le puntate del programma, che va in onda il martedì alle 23.05. Reazioni positive, a quanto pare, ascolti buoni, soddisfazione dei protagonisti.
Nel mondo anglosassone la disabilità non è un tabù, ci sono da anni programmi che vedono protagonisti anche persone con disabilità fisica, sensoriale e anche mentale. Perciò non c’è da stupirsi se si arriva a ideare un reality di questo genere.
Personalmente, però, trovo questa scelta la conferma che non siamo ancora arrivati a concepire la disabilità come condizione normale, come una delle possibili situazioni di vita delle persone. Il sistema televisivo, i nuovi format, la necessità di stupire e di agganciare segmenti di pubblico nuovo si sposano perfettamente con l’ambizione sfrenata al protagonismo che anima molti disabili, e non solo loro (basti pensare al nostro Grande fratello).
Temo fortemente l’importazione in Italia di questo format, perché da noi, specializzati nel trash, un programma di questo genere butterebbe a mare i tentativi di corretta inclusione sociale e di buona comunicazione rispetto ai diritti e alla qualità della vita delle persone disabili.
Mi domando ad esempio perché sia ancora impossibile intervistare una persona in sedia a rotelle, o non vedente, o sorda, non "sulla" sua specifica esperienza di disabile, ma "a prescindere" da questa specifica situazione, come persona esperta o competente di "altro dalla disabilità". Eppure ci sono scrittori, docenti universitari, ingegneri, architetti, avvocati, sportivi, giornalisti, che sono "anche" disabili, ma che potrebbero essere valorizzati per la loro professionalità "normale" in un contesto di pari dignità con tutti gli altri.
Le persone disabili, e spesso anche i familiari, scelgono invece quasi sempre il protagonismo, la storia personale, l’esposizione mediatica con tutto lo stigma possibile, e gli autori dei programmi non fanno niente per evitarlo. Un programma come Cast offs (gli scartati, ma vi rendete conto?) potrebbe dunque trovare anche in Italia materiale umano pronto a tutto.
Scrivo queste note a futura memoria, mentre a casa mi ingegno a mantenere buoni livelli di mobilità personale anche se ho una gamba protetta da un tutore ortopedico e l’altra ingessata per una frattura. Ma vi assicuro che non voglio le telecamere. Sono bravo e basta…

Franco Bomprezzi 
 
NOSTRO COMMENTO..
Ragazzi la realtà ci sorprende come al solito.
Diciamo subito che in termini assoluti, disabile o no, tutti hanno il diritto di fare la scelta di esporsi  con motivazioni più o meno valide.
Ci sembra però il caso di fare qualche osservazione.
Prima di tutto, i media sono importanti, quindi abbiamo fallito come disabili già in partenza.
La gente guarderàcome bestie rare questi personaggi, enucleandoli dalla loro umanità, che visto che partecipano a un programma di questo genere va messa in dubbio.
Alla fine di questa sarabanda  qualsiasi attitudine positiva di vita sarà spazzata via dai luoghi comuni confermati dagli stessi disabili che si prestano a questo programma.
Già dal titolo si evince che persone di tal fatta non possono che essere scarti dell'umanità.
L'orario di trasmissione le 23.30 rivela il tentativo di non turbare fasce di primo ascolto.
Quindi saranno preda degli psico spettatori che zompano da un canale all'altro.
Ma ci chiediamo come mai i protagonisti di questo circo si sottopongono a tale spettacolo?
Soldi: legittimo.
La digniità: chi se ne frega.
Come hanno sofferto nella vita per farsi pinzare in un meccanismo di questo genere?
Poveri cittadini del mondo con disabilità, se non altro Gerry in italia, protagonista cieco del grande fratello, era considerato, suula carta, uno dei tanti protagonisti.
Ci torna in mente il libro che abbiamo letto LA TERZA NAZIONE DEL MONDO" che affronta la disabilità in maniera impietosa, citando i circhi che in passato nell'800 usavano i malformi per dare spettacolo e dileggio nelle piazze.
Vietati a un certo punto dall'autorità per motivi di decoro.
Ricorsi della storia.
Forse è meglio arrendersi all'evidenza: noi cittadini e persone del mondo con probnlemi più o meno gravi, siamo uguali a tutti gli altri nei nostri peccati di vanità e di protagonismo.
La sensazione è di tristezza, magari ci sbagliamo e avranno ragione loro...non crediamo!

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Torna a vedere grazie all'occhio bionico

nostro commento..in fondo
 
   
Torna a vedere grazie all'occhio bionico

Ora riesce a distinguere i contorni delle porte e del mobilio e a leggere brevi parole. A Peter Lane, cieco da quasi 30 anni, è stato impiantato uno speciale ricevitore nella retina

MILANO - Il cinquantunenne inglese Peter Lane, cieco da quando era poco più che ventenne, è entusiasta dei risultati finora raggiunti dopo l'intervento chirurgico al quale si è sottoposto. L'uomo, non vedente a causa di una malattia genetica degenerativa, ora riesce a distinguere i contorni delle porte e del mobilio e a leggere brevi parole grazie a una telecamera montata su un paio di occhiali che registra per lui tutto ciò che è davanti ai suoi occhi.

IL PERCORSO DELLE IMMAGINI - La videocamera cattura le immagini e le invia a un processore video che il signor Lane porta alla cintura. A sua volta, il processore converte le immagini in segnali elettronici che manda a un trasmettitore anch'esso posto sugli occhiali. Da qui parte un segnale wireless che raggiunge un ricevitore impiantato nella retina, il quale attraverso degli elettrodi stimola il nervo ottico e consente al cervello di ricevere le immagini.

UNO STUDIO MONDIALE - Peter Lane è soltanto una delle 32 persone che, in tutto il mondo, si sono prestate alla scienza per sperimentare questa tecnologia, volta soprattutto alla cura della retinite pigmentosa, malattia genetica che causa gravi danni alla retina e porta, progressivamente, alla cecità. Al Manchester Royal Eye Hospital Lane e altri due volontari sono stati sottoposti a un intervento chirurgico durato quattro ore, durante le quali è stato impiantato il ricevitore elettronico nella retina. Dopo due mesi di attesa, per dare all'occhio il tempo di guarire, è finalmente giunto il momento di valutare i risultati.

I RISULTATI - I medici, e con loro i pazienti, si dichiarano molto soddisfatti. Tutti e tre gli uomini hanno avuto reazioni positive; uno di loro il 5 novembre scorso è riuscito, dopo quaranta anni di buio, a rivedere dei fuochi d'artificio. Un altro, come Peter Lane, è in grado di leggere brevi parole. Secondo l’oftalmologo Paulo Stanga, coinvolto nella ricerca, i risultati sono persino migliori di quelli che si attendevano. L'ospedale inglese sta mettendo a punto un proiettore e uno schermo speciali da installare nelle case degli «impiantati», per consentire loro di sbrigare personalmente la propria corrispondenza, per la prima volta dopo tanti anni. Nonostante lo scenario, un po' alla Blade Runner, bisogna provare a immaginare che cosa possa significare tornare a vedere, anche se si tratta «solo» di brevi parole o di ombre sfuocate. In questo senso va interpretato l'entusiasmo di chi ha partecipato allo studio: un primo piccolo passo verso un grande ambizioso cammi no.

Emanuela Di Pasqua
 
 
 
nostro commento  
 
Ragazzi finalmente potremo tornare a vedere un sacco di  belle  ....cose.
Porca miseria a forza di sentire parlare il premier in questo modo anche noi ci uniformiamo.
Sono già scattate per le telecamere per i ciecati redivisti anche abbonamenti speciali a sky e al digitale terrestre senza bisogno di decoder, basterà collegarlo all'occhiale.
Da ora  in poi non si potranno dimenticare solo  più protesi di gambe e braccia ma anche gli occhi..

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I: blog In arrivo la prima auto elettrica «rumorizzata».

 NOSTRO COMMENTO IN FONDO... 

Il Sole 24 Ore del 27-11-2009

In arrivo la prima auto elettrica «rumorizzata».

Ambiente e sicurezza. Silenzio pericoloso .

Le auto elettriche del futuro i primi problemi li pongono già oggi. Sono troppo silenziose: provocano incidenti con ciclisti o pedoni distratti o non vedenti. Per questo l'industria automobilistica americana ha deciso di correre ai ripari, prima che partano le cause legali promosse dalle associazioni a tutela delle vittime. E prima che il Congresso Usa approvi una legge che punisca chi non adotta una soluzione "sonora" al problema.
La prima a prendere il toro per le corna è General Motors: la casa automobilistica sta lavorando con la Federazione nazionale dei ciechi, la più grossa associazione di non vedenti negli Usa, per un allarme sonoro che indichi il sopraggiungere delle sue vetture elettriche alle persone che non vedono, ma anche a pedoni distratti ( magari dalle cuffie della musica) o a ciclisti altrettanto silenziosi.
Quindi, il primo veicolo che si farà notare grazie a un impianto sonoro artificiale sarà la "Volt" del brand Chevrolet, in arrivo a fine 2010. «Vogliamo che sia il suono di un educato "permesso" e non un volgare "ehi, fate largo" di un'auto smarmittata», ha detto il capo degli ingegneri del progetto, Andrew Farah.
Intanto, il Congresso americano sta valutando l'approvazione del "Pedestrian safety enhancement act", che obbligherebbe i produttori di auto ibride o elettriche a dotarsi di un sistema di allerta sonoro. Ad aggravare le cose per le case automobilistiche è stata la National highway traffic safety administration che un mese e mezzo fa ha dichiarato che «pedoni e ciclisti vengono travolti da veivoli elettrici o ibridi con frequenza in proporzione maggiore che non dalle auto normali».
È d'accordo anche il presidente dell'Associazione dei non vedenti, Marc Maurer, che sostiene di aver raccolto numerose testimonianze di incidenti. «Quello che vogliamo - ha dichiarato - è che tutte le auto elettriche o ibride emettano un suono analogo e riconoscibile anche dalle persone non vedenti».
Il cambiamento di passo nel mercato Usa coinvolge anche numerosi produttori stranieri, soprattutto in Giappone. In questo paese, infatti, vengono realizzate auto ibride come quelle di Toyota e Honda, o totalmente elettriche come la futura Leaf di Nissan. Toyota e Nissan stanno lavorando per trovare soluzioni analoghe a quelle di GM.
All'orizzonte c'è la possibilità che venga definito uno standard comune dalla maggior parte dei membri del "club elettrico". Con un'eccezione. È la piccola californiana Tesla, che produce un bolide elettrico super-sportivo da 120mila dollari che fa gli 0-100 in 3,4 secondi, costruito su telaio della Lotus. «I nostri clienti la comprano anche perché possono andare a 200 all'ora sentendo solo il rumore del vento e delle ruote che carezzano l'asfalto ». Per loro, niente "brumbrum" artificiale.
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General Motors sta mettendo a punto una vettura con allarme sonoro in collaborazione con la federazione dei ciechi.

Antonio Dini
 
 
NOSTRO COMMENTO..
Finalmente  una buona notizia, così quando saremo investiti sapremo da che parte è arrivato il pirata della strada.
Abbiamo notizie certe che L'inps ha osteggiato questa iniziativa, in quanto  sperava insiemte a Tremonti di risparmiare un sacco di pensioni di invalidità, infatti il silenzio delle auto elettriche avrebbe drasticamente ridotto i numeri anche degli anziani pensionati.
S calcolavano almeno  trecentomila investiti, con scarse probabilità di sopravvivenza.
Quindi il mancato risparmio presagisce un ritorno dell'ici . la tassa sulla prima casa.
 

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