lunedì 25 febbraio 2008

Non rubo nulla... sono ipovedente!

essVisione anno VII / n. 118

«Non rubo nulla,sono ipovedente» parla il protagonista

15-02-2008

Il Secolo XIX

Amedeo P. si difende: «Ho fatto la richiesta per l'accompagnamento, mi hanno visitato e mi hanno riconosciuto l'assegno»

LA SPEZIA. «Non voglio parlare con marescialli o giudici! Non voglio spiegar loro la situazione della mia vista che mi tormenta sin da quando ero bambino. Mi facciano sedere davanti a un oculista che mi faccia tutti gli esami, dal fondo dell'occhio al campo visivo... O qualunque altra cosa ritenga opportuna. E verifichi il mio deficit visivo accertando se ho diritto o meno all'indennità di accompagnamento. Io sono certo di sì».

È furioso Amedeo P. Di essere stato accusato di truffa ai danni dello Stato lo ha saputo dai telegiornali del pomeriggio. «Io non ho ricevuto neppure un pezzo di carta da un giudice, so solo che i carabinieri nello scorso mese di dicembre mi hanno fatto una multa per guida senza patente e mi hanno sequestrato il motocarro».

Beh, però i militari l'hanno filmata mentre guidava il motocarro e per uno dichiarato cieco assoluto da più di trent'anni è certamente strano...

«Non sta scritto da nessuna parte che io sia cieco totale. Io sono un ipovedente. Ho delle alternanze visive di luci ed ombre ma qualcosa vedo».

Da intravvedere qualcosa a guidare il motocarro...

«Cammino pianissimo; cinque all'ora e in quel modo riesco a vedere la strada quel tanto che mi basta». Gli investigatori dell'Arma, messi sulle sue tracce da una soffiata che segnalava quel cieco che guidava il motocarro, l'hanno seguito e filmato. Nel video proiettato durante la conferenza stampa si vede Amedeo che guida lentamente su una strada di periferia. Poi si ferma, scende dal mezzo e con un rastrello raccoglie delle foglie e le carica su delle cassette per farne letame. «Vado spesso nei campi - racconta - anche mercoledì ero a tagliare l'erba e ho perso il falcino. Ci ho messo un quarto d'ora a trovarlo ma ce l'ho fatta. Poco poco ma ci vedo. Alterno luci ed ombre, ma qualcosa vedo».

Il sole sta tramontando sulla collina del Felettino, Amedeo è sceso da un'auto che l'ha accompagnato sotto la casa che i suoi due figli si stanno costruendo lungo la strada per Isola. L'abitazione del pensionato, una casa rosa a due piani, è qualche decina di metri più sotto. Lassù sulla collina il figlio sta realizzando una bella villa. «Mi sono messo gli occhiali a due anni e mezzo - racconta - volevo studiare, mi piaceva ma ho dovuto rinunciare proprio perché non riuscivo a vedere bene. Faticavo a leggere e a scrivere ma sono arrivato anche a frequentare il ginnasio a Brugnato. La situazione poi è peggiorata ulteriormente. La prima operazione me l'hanno fatta per il distacco della retina dall'occhio destro».

Il calvario poi è continuato: «La situazione è peggiorata sempre di più. A 21 anni mi hanno operato per la prima volta all'occhio sinistro, due anni dopo sono tornato sotto i ferri e una terza volta a ventiquattro anni. Ho alternato una serie di ricoveri sino all'età di 28 anni. Poi sono andato all'istituto Carlo e Giulia Milani di Brescia a frequentare un corso per diventare telefonista. L'ho fatto a tempo di record in pochi mesi. E pensare che c'era gente che impiegava anche un anno. Ho conseguito il diploma di telefonista abilitato. Sono stato dichiarato invalido, mi sono iscritto all'Unione Italiana Ciechi e alle liste degli invalidi. Mi hanno offerto quattro diversi lavori e tra questi ho accettato quello all'Inps dove sono rimasto venticinque anni lavorando al centralino».

Poi ancora interventi chirurgici agli occhi con una cataratta operata in Francia.

«Io sono assolutamente convinto che mi spetti l'indennità di accompagnamento che mi hanno riconosciuto. Ho fatto due richieste di aggravamento negli anni Settanta e alla fine mi hanno detto che mi spettavano quei soldi. Mica li ho chiesti io! Ho fatto domanda, mi hanno fatto andare davanti a dei medici e mi hanno visitato. E alla fine mi hanno riconosciuto quei soldi. Me li hanno dati loro, mica li ho rubati! Io ho chiesto se mi spettava qualcosa loro hanno detto di sì e stabilito quanto. Non avevo il diritto di chiedere? Ho fatto l'intera trafila e mi sono presentato a tutte le visite. Sotto il profilo del lavoro poi andate a chiedere di me all'Inps: durante i miei anni di servizio ho sempre fatto il mio dovere e mi sono guadagnato lo stipendio al pari dei miei colleghi».

Riccardo Bonvicini

NOSTRO COMMENTO…

Maremma oftalmologica! Adesso ci sono i ciechi a cecità alterna, quando devono beccare i soldi non ci vedono, ma quando devono spenderli riacquistano la vista e se ne vanno in giro in ape. Allora facciamo un pò di chiarezza, Fanale è un ventesimista, e non si sognerebbe mai di andare in giro in ape se non per scherzo in un’area aperta e con un vedente vicino pronto a salvare i passanti. Bisognerebbe prenderlo a calci solo perché va in giro con un residuo visivo così basso e si permette di guidare un mezzo a motore, poi un vwentesimista che prende la pensione di cieco assoluto non deve incassarla ma segnalare questa anomalia all’inps. Una persona che vede ombre e luci può fare molte cose, ma non certo guidare aerei, treni, auto,navi,ma deve fare il passeggero.

Le commissioni dov’erano quando hanno visitato questo miracolato? Dare una pensione è una cosa seria e costa alla comunità, i funzionari addetti a questo hanno il dovere di non prendere alla leggera questo mandato. Io suggerirei agli ispettori dell’inps di indagare sui piloti dei mig, magari beccano qualche ciecato che fa il furbo.

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