venerdì 1 febbraio 2008

CIECATO A SALDO..

PressVisione anno VII / n. 72

Quando l'accompagnatore del disabile deve pagare

30-01-2008

La Provincia di Lecco

LECCO. Sono cieco totale e scrivo per denunciare una discriminazione nel mondo degli invalidi. Oggi volevo andare in un centro termale, per passare una giornata un po' diversa dal solito. Ho telefonato al centro e, dopo aver chiesto gli orari di apertura, ho domandato se esistono particolari agevolazioni per i ciechi. La risposta mi ha lasciato sorpreso: mi hanno detto che 1) devo per forza essere accompagnato da qualcuno, in quanto lo stabile è inaccessibile ad un cieco, 2) al cieco viene praticato il 20 per cento di sconto, come ai bambini, 3) l'accompagnatore, cui tra parentesi devo già pagare la giornata che mi dedica, l'accompagnatore - dicevo - paga il biglietto per intero. Inutili le mie rimostranze: «Queste sono le condizioni» - mi hanno risposto - «Se vuole venire deve attenersi a queste condizioni». Ora domando a voi e ai vostri lettori: se una persona con qualsiasi disabilità, per accedere ad un edificio, pubblico o privato, è costretto ad avere un accompagnatore, non sarebbe giusto non far pagare l'ingresso a quest'accompagnatore? Avviene già, per esempio, sulle ferrovie statali: se il cieco viaggia da solo ha diritto al 20 per cento di sconto, se invece viaggia con un accompagnatore, il cieco paga il biglietto per intero, mentre l'accompagnatore non paga nulla. Non vi sembra più ragionevole? Voi che siete più addentro nell'ambito delle leggi, potreste segnalarmi qualche decreto che disciplini questa regola? Credetemi: non è una questione di soldi; piuttosto, personalmente, la considero una questione di giustizia. Andrea Mottalini Il lettore, in linea di principio, ha ragione da vendere, ma parte purtroppo da un presupposto sbagliato: che quella di non far pagare gli ingressi agli accompagnatori dei ciechi, e più in generale dei disabili, sia una «regola». Del resto, a ben guardare, non sempre ce n'è bisogno: lo Stato, tramite le Aziende sanitarie locali, garantisce a parecchi invalidi non autosufficienti (inabilità del 100% aggravata) ed a quelli che hanno bisogno assoluto d'essere accompagnati, come appunto molti ciechi totali, l'indennità mensile di accompagnamento, mirata proprio a permettersi i servigi di un ausiliario (operatore sanitario o semplice accompagnatore) ed a coprirne le spese. Gli accompagnatori di chi fruisce di quest'indennità, erogata a giudizio delle commissioni mediche provinciali per l'accertamento delle invalidità, sarebbero dunque indiretti destinatari di un doppio beneficio se la gratuità degli ingressi fosse una regola. Resta il problema di come regolarsi per gli accompagnatori di chi non percepisce l'indennità. Il buonsenso imporrebbe da una parte una forma di agevolazione e dall'altra che ciò non si traduca in una limitazione dei legittimi incassi dei titolari di strutture di cura e svago; l'unica strada percorribile, e magari già percorsa, ci pare la stipula di convenzioni fra gli enti di riferimento per le varie disabilità e gli organismi di coordinamento dei gestori.

Maurizio Del Sordo

NOSTRO COMMENTO…

CARO IL NOSTRO LETTORE. PUNTO PRIMO ESORDISCI Già MALE DICENDO AD UN GESTORE “CI sono SCONTI PER I CIECHI”? ANCHE SE DICI CHE NON è Una QUESTIONE DIPREZZO LA FAI DIVENTARE TALE. CI SGOLIAMO I TESTICOLI NELL’URLARE LA PARITà, LA PARI DIGNITà, E TUTTE QUELLE PAROLE CHE FINISCONO CON LA A, DICIAMO LA VERITà VOLEVI UNO SCONTO PONENDO L’ACCENTO SULLA CIECAGGINE perché STAI TIRANDO LACINGHIA, OPPURE SEI DI ORIGINE GENOVESE.IN OGNI CASO LA NOSTRA POTREBBE ESSERE SOLO UNA IPOTESI SBAGLIATA E QUINDI PASSIAMO AL SECONDO PUNTO. DI SOLITO E SACROSANTO CHE QUALSIASI STRUTTURA SIA ACCESSIBILE, SPESSO però NON è così, QUINDI DATO CHE NON SI TRATTA DI LAVORO, OSPEDALIZZAZIONI E COSE DI PRIMARIA IMPORTANZA L’ATTEGGIAMENTO GIUSTO è QUESTO: SI VA DAL GESTORE, LO SI METTE A PARTE DELLA CIECAGGINE DICENDO CHE “IO SONO UNA PERSONA CHE VUOLE usufruire DEI VOSTRI SERVIZI, MA POTREI AVERE DELLE DIFFICOLTà, FACCIAMO UN GIRO NELLA STRUTTURA INSIEME E VEDIAMO SE POSSIAMO TROVARE UNA SOLUZIONE CONDIVISA”? UNA SOLUZIONE CHE NON METTA IN PERICOLO ME ENON METTA IN DIFFICOLTà LEI?

Noi abbiamo fatto così per palestre,PER IL canottaggio che spesso ha strutture antiche di cento anni con barriere notevoli, ma superate con intelligenza e prudenza.

Altro punto è che i ciecati si paghino sempre un accompagnatore, soprattutto con l’indenità di accompagnamento, di solito ci fanno ben altro, se non hai un amico trovati qualcuno sul posto e con intelligenza si possono trovare persone che fanno i nostri orari e possono darci senza pesargli sul groppone quel minimo di aiuto se necessario.

Quindi non usiamo come un crocefisso inuna processione delle pari opportunità la cecaggine e cerchiamo di essere onesti e aperti.

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