venerdì 10 aprile 2009

castronerie belle e bbuone..

nostro commento in fondo ...


Il Grande fratello e il dibattito su Gerry Longo...

Il Grande fratello e il dibattito su Gerry Longo: è giusto fare spettacolo sull'handicap?

di Riccardo Spiga

Si è discusso e si discute ancora della partecipazione alla nona edizione del Grande fratello di Gerry Longo, ragazzo cieco da poco eliminato dalla casa più spiata d'Italia. Alcuni, tra cui anche una parte - penso minoritaria - delle associazioni dei non vedenti, hanno espresso forti perplessità sulla scelta di utilizzare la disabilità come elemento di spettacolo, come risorsa per catturare l'attenzione del pubblico.
C'è insomma una corrente di pensiero che vuole che sui media (e forse, suppongo, anche in altri ambiti) l'handicap sia quasi nascosto e comunque sempre trattato in termini ed entro confini ben precisi, per esempio attraverso il linguaggio dell'informazione e non attraverso il format dello spettacolo e dell'intrattenimento.
Rispetto ovviamente questa posizione, ma posso dire di non condividerla. La televisione, e in questo blog ce ne occupiamo parecchio, ha uno straordinario potere di condizionamento: definisce modelli di comportamento, canoni di bellezza, mode e stili di vita che hanno un forte impatto sul pubblico, soprattutto attraverso programmi di grande ascolto come il Gf.
Ora le produzioni televisive, nella selezione dei protagonisti dell'intrattenimento e dei reality, troppo spesso sembrano ispirarsi a criteri da Terzo Reich (sia detto con ironia), nel senso che il vippame del piccolo schermo a guardarlo con un po' di attenzione pare composto da personaggi fatti in serie: uomini formato Big Jim e donne formato Barbie. Insomma, una selezione un po' discutibile.
Ecco, se all'interno di questa logica cominciano a trovare spazio figure diverse, che si discostano da quel modello di uomini e donne fatti in serie a cui siamo abituati, se entrano personaggi che appaiono antitelevisivi per eccellenza, come può essere un disabile, beh l'innovazione mi pare possa essere salutata con soddisfazione.
La televisione ha come nessun altro mezzo il potere di far apparire ciò che trasmette e racconta come consueto, accettabile, normale; ha la capacità di rendere familiare per il pubblico anche ciò che, sulle prime, può apparire distante, strano o persino fastidioso.
In questo senso la presenza in tv di persone portatrici di handicap, come normali personaggi parte di uno spettacolo e non come centro dell'attenzione in ragione della loro disabilità, può essere utile agli spettatori per maturare un atteggiamento lontano dai luoghi comuni, dal pregiudizio e dalla paura. Dico paura perché si ha sempre un po' di timore di fronte all'hadicap, come di fronte a qualsiasi realtà che non si conosce.
Insomma, in termini di sensibilizzazione del pubblico fa molto di più un Gerry al Grande fratello che un dibattito a Porta a porta o un reportage di Piero Angela. Fermo restando che, su questi temi, è necessaria e indispensabile anche l'informazione giornalistica.

NOSTRO COMMENTO..

 

Ci sembra importante puntualizzare alcune cose su gerry, secondo noi naturalmente.

In primo luogo essere contrariati dal GF e dalle prestazioni di gerry, non vuol dire necessariamente auto ghettizzarsi solo in ambito associativo e recintarsi solo in luoghi preposti all'argomento disabilità..

Sinceramente pensare che il GF sia piùù utile di Piero Angela è una castroneria bella e buona. Questa affermazione dimostra quanto sia caduta in basso la comunità dei media. Chi guarda il GF non vuole capire, approfondire,, ma vuole solo  svuotarsi il cervello nel nulla, quindi qualsiasi messaggio viene tritato da questo atteggiamento mentale. Un disabile come gerry, non può far altro che confermare i luoghi comuni sui disabili, in quanto nel suo caso, ha sempre messo la disabilità al primo posto, cosa necessaria perchiarire la sua posizione all'interno delle dinamiche della casa. Però così facendo è stato considerato soprattutto un paziente con cornea trapiantata. I suoi messaggi sono stati interpretati come curiosità estemporanee, ragazzi e adulti non possono imparare niente dal  gf da persone senza disabilità, figuriamoci da chi ne ha una.Quello che passa attraverso la tv del gf, può essere solo una curiosità momentanea. Sinceramente essere paragonati a gerry con frasi del tipo: "hai visto sti ciechi, pure dal grande fratello.." sai che progresso!

Ciò di  cui abbiamo bisogno nel mondo, è esperienza diretta e integrazione fra di noi intesi come disabili, poi se ne abbiamo voglia integrazione con chi ci sta intorno. La cultura del diverso si può comprendere solo dopo anni di frequentazione con amici o conoscenti affetti da una disabilità con risultati incerti.E' un lavoro che tutti noi affetti da un handicap, facciamo ogni giorno nel nostro piccolo, a modo nostro discutendone con  gli addetti ai lavori, ma anche con la comunità che ci circonda, spesso senza pregiudizi l'uno verso l'altro, ma spesso non riuscendo a trovare un vero piano d'incontro. E' così perché l'uomo e un animale sociale strano, giudica normale ciò che vede nello standard della massa. Il resto è una minoranza da trattare con imbarazzo. Figuriamoci  se il gf, può risolvere questi nodi così profondi. Gerry è libero di fare ciò che vuole, ma non si può pretendere che sia il dio risolutore dell'approccio pietistico e pregiudiziale  sui  disabili.Al massimo ha dimostrato di essere una carogna come gli altri del gf, che vogliono apparire in tv come scorciatoia per una futura fama nel mondo mediatico. Noi come persone e come persone anche disabili esistiamo senza che questo assunto sia dimostrato dalla tv.

Francamente se siamo ridotti al punto che il gf deve essre il mezzo di trasporto di messaggi importanti come comprendere l'essere umano ingenerale possiamo anche spararci.

Il commento sopra dell'articolo che stiamo trattando  dimostra chiaramente l'assunto che la tv pensa di essere l'unico mezzo per poter comunicare in maniera efficace. Sbagliato e fuorviante, i risultati dello sfruttamento del'handicap per  fare ascolti, non può che ingenerare equivoci e sbagli clamorosi nel pensare alle diversità.

Questo non vuol dire che chi ha una disabilità non può divertirsi e giocare al gf è chiaro. Ma smettiamola con le cavolate del tipo che si sensibilizza l'opinione pubblica non ci  convince  ed è facilmente dimostrabile. Provate a intervistare seriamente gli spettatori medi del gf è ascoltate le risposte. Una persona, un cittadino con una limitazione fisica, sensoriale o mentale, ha bisogno di non avere barriere nel mondo reale, non in quello mediatico. Noi siamo  diversi uno  dall'altro la disabililtà non ci rende uguali. Il nostro esistere è un difficile  equilibrio nel non negare i nostri limiti, ma nello stesso tempo non esserne succubi quando si puòevitare di esserlo. Non è facile. Ricette come il gf, hanno lo scopo di usare e gettare questi argomenti nell'arena della stupidità di massa. Chi ha una disabilità vuole essere come gli altri, ma non può esserlo per tanti motivi, dalle barriere fisiche e mentali. Forse questo ci rende a volte arrabbiati e scontenti ma veri e non finti felici e realizzati. FINE DELLA PREDICA.




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