domenica 26 ottobre 2008

bastone bianco


Ciechi e ipovedenti: ecco la storia del bastone bianco
16-10-2008
SuperAbile.it

In occasione della Giornata internazionale, l'Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti racconta la nascita e lo sviluppo di quello che resta il fondamentale strumento di orientamento per le persone con disabilità visiva in tutto il mondo. Da Isacco ai giorni nostri, passando per il ricooscimento istituzionale avvenuto negli anni '30 del XX secolo

ROMA - L'uso del bastone come mezzo di deambulazione e di riconoscimento delle persone cieche si perde nei meandri della storia e del mito. Patriarchi biblici, poeti, musici, filosofi e mendicanti sono stati  "fotografati" con questo oggetto il cui spessore semantico oscilla tra quello di scettro di un'autorità vaticinante e quello di sostegno di una mendicità errante.

La stratificazione storica - da Isacco ai giorni nostri - ha  sedimentato in questo ausilio tiflotecnico, fossile per secoli, una carica simbolica fortemente condizionante. Nel profondo dell'inconscio  sociale ed individuale esso suscita sentimenti che oscillano dal rispetto all'angoscia; è a partire dagli anni trenta del '900 che il bastone bianco si è affermato istituzionalmente nel mondo politico e giuridico come ausilio di mobilità e simbolo di riconoscimento; cioè  non più solo come mezzo per la deambulazione di persone dal cammino incerto, ma prioritariamente come mezzo per l'identificazione e secondariamente per la deambulazione delle persone con grave deficit  visivo.

Questo ausilio sottile e discreto getta una grande e cupa ombra simbolica, che oscura l'aspetto funzionale di riscatto ed affermazione di un'autonomia personale che passa anche come appropriazione di un raggio di mobilità spazialmente determinato. In questa ombra lunga  rientra pure la difficoltà che, in ambito almeno italiano, si ha nel reperire informazioni storiche e tiflodidattiche su questo ausilio.

Storicamente è accertato che il fotografo James Biggs fu il primo, nel 1921, a proporre pubblicamente l'uso del bastone bianco come ausilio per la mobilità delle persone cieche. Biggs gestiva il proprio studio fotografico a Bristol e perdette la vista dopo essere stato investito  da un'automobile. Nella necessità di dover raggiungere il proprio posto di lavoro egli giunse alla conclusione, in base alla propria esperienza, che un bastone verniciato di bianco aumentava notevolmente la visibilità di questo oggetto e gli era più facile attraversare le strade. Egli cercò di sensibilizzare l'opinione pubblica utilizzando i canali di informazione allora disponibili senza però avere alcun riscontro significativo.

Bisognò attendere un decennio per poter registrare una maternità ufficialmente dichiarata e socialmente riconosciuta, con un luogo e una data di nascita: Guillelmine (Guilly) d'Herbemont, Parigi, 7 febbraio 1931. M.lle D'Herbemont (1893-1992), nell'inverno 1931 lanciò una campagna  nazionale di mobilitazione a favore dell'uso del bastone bianco come riconoscimento delle persone cieche in Francia; le istituzioni e l'opinione pubblica accolsero con favore l'iniziativa. Questa campagna ebbe una risonanza internazionale e in brevissimo tempo tutta Europa  si trovò allineata sulla scia tracciata dalla Francia. La campagna fu ripresa immediatamente e con forza dai Lions Club britannici.

Nel maggio dello stesso anno la BBC lanciò una campagna radiofonica affinché il bastone bianco divenisse il simbolo di riconoscimento dei non vedenti di Sua Maestà. Negli stessi anni una campagna simile andava diffondendosi e affermandosi anche negli Stati Uniti e dopo i primi tentativi di utilizzare bastoni neri si passò a quelli bianchi per aumentarne la visibilità. Fino a questo momento il bastone veniva utilizzato facendo affidamento al buon senso; pochi lo usavano con le tecniche che vengono oggi chiamate diagonale e pendolare, i più lo utilizzavano come bastone d'appoggio. Una tragica impennata ed un cambio di rotta fu impresso a questo tema alla fine della seconda guerra mondiale quando gli Stati Uniti dovettero affrontare seriamente la riabilitazione ed il reinserimento sociale dei veterani di guerra.

Il dott. Richard Edwin Hoover (1915-1986) trasformò il bastone bianco in bastone lungo bianco per la mobilità delle persone cieche. In questo modo egli recuperava la primaria funzione del bastone come ausilio per la mobilità autonoma delle persone non vedenti e lo associava al colore bianco che ormai si era affermato (se non consolidato) come simbolo di riconoscimento. Al dott. Hoover si deve la messa a punto di una metodologia e di una tecnica d'uso che rimangono sostanzialmente ancora valide e che sono fatte proprie dai corsi di orientamento e mobilità.

Il Presidente degli Stati Uniti Lyndon B. Johnson il 6 ottobre 1964 firmò la risoluzione del Congresso che istituiva il 15 ottobre come giornata della sicurezza del bastone bianco. In questo modo il bastone bianco entrava di fatto e di diritto nella vita sociale e culturale degli statunitensi e di lì a poco si sarebbe diffusa nel resto del mondo. Venti anni dopo, nel 1984, la World Blind Union ha ufficialmente riconosciuto il bastone bianco come simbolo di riconoscimento per tutte le persone non vedenti del mondo. E l'omino con il bastone ne è diventato il simbolo.

Bill Clinton nel suo discorso annuale del 2000 lo ricordava come strumento di emancipazione, di libertà e di partecipazione attiva e responsabile nella vita sociale, lavorativa e di studio delle persone non vedenti. Più recentemente, la European Blind Union (EBU) ha organizzato nel 2002  la Conferenza Internazionale sulla Mobilità e Trasporto votando, tra altre cose, una risoluzione riguardante la formazione alla mobilità per le persone cieche e ipovedenti. Tale risoluzione afferma che la formazione alla mobilità dovrebbe essere messa a disposizione di tutte le persone cieche e ipovedenti di tutti i gruppi di età e dovrebbe includere le persone con minorazioni aggiuntive.

Sotto la spinta dei vertici delle associazioni di categoria e di un'opinione interna trasversale, il bastone bianco sta riscattando il proprio ruolo di ausilio funzionale ad una maggiore autonomia e  mobilità responsabile come requisito per una partecipazione attiva alla vita familiare, sociale, lavorativa. Seppure lentamente, stiamo assistendo ad uno stemperarsi dell'ombra simbolica entro una progettualità educativa e riabilitativa che mette l'ausilio per la mobilità, e le tecnologie ad esso associate, al centro di un dibattito culturale di più ampio respiro (dalle barriere architettoniche a quelle percettive, dall'accessibilità e fruibilità di spazi e servizi ai percorsi dedicati, ...).

L'Unione Italiana dei Ciechi ha recentemente diramato una circolare il cui oggetto è "Interventi riabilitativi e di integrazione sociale dei  soggetti minorati della vista". Questa lettera richiama  specificatamente un documento a firma del Ministro della Salute il  quale afferma che "sono molteplici le evidenze che mostrano come la disabilita' visiva si può tradurre facilmente in un handicap pluridimensionale che ostacola l'organizzazione autonoma della vita quotidiana e le opportunità di partecipazione alla vita sociale [...] I progetti devono necessariamente inglobare tutti quegli interventi finalizzati a portare il soggetto a muoversi, camminare, parlare, vestirsi, mangiare, comunicare e realizzarsi efficacemente nel proprio ambiente familiare, lavorativo, scolastico e sociale".

L'indirizzo del percorso culturale intrapreso a più livelli sembra condurci verso un approccio multifunzionale in cui lo strumento storico della mobilità, a fianco del cane guida e delle tecnologie,  serve come mezzo per... In questo modo il bastone bianco potrebbe, o dovrebbe, perdere parte  della sua carica simbolica autoreferenziale fine a se stessa per divenire quello che Koyrè definisce la caratteristica di un autentico ausilio ossia il fatto di essere un prolungamento del cervello.

Nostro commento..

Ma va! Il bastone bianco è così utile! Purtroppo Talpa li distrugge tutti i bastoni, ne compraquattro al mese. Ogni tanto si dimentica del suo peso e ci si appoggia mentre aspetta di attraversare la strada, il bastone si schianta sotto i suoi 130 kg. (ultima pesata a ferragosto). Pipistrello lo dimentica sempre al bar, oppure in autobus, quindi ha deciso di fare finta  di vederci e quindi va in giro senza. Fanale lo usa solo di sera, quindi lo hanno già ricoverato spesso come vagabondo, in quanto vedendoci ancora un po’, non capiscono perché uno con gli occhiali vada in giro con il bastone per ciechi.

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