mercoledì 22 ottobre 2008

quinto senso...l'umorismo

14-10-2008
Corriere del Trentino

«I ciechi non sognano il buio» Storie vere narrate da Marcantoni

di Ugo Morelli

TRENTO. Le storie, una dopo l'altra, ti prendono per mano e ti portano in un mondo che non prevedevi, un mondo che non avevi immaginato così e da cui avevi cercato di stare lontano con la mente e col cuore. Sono tante le esperienze di vita raccontate dai diretti protagonisti nel libro di Mauro Marcantoni, appena pubblicato dall'editore Franco Angeli, I ciechi non sognano il buio. Si tratta di una ottantina di storie di vita di persone non vedenti, alcune dalla nascita, altre divenute cieche nel corso della vita. A contraddistinguere le esperienze delle persone intervistate è la progettualità e una vita da protagonisti in settori molto diversi del lavoro e della società. I settori vanno dall'amministrazione pubblica alla formazione, dall'arte allo sport e le esperienze dei protagonisti sono di grande responsabilità con attività professionali originali, innovative e foriere di emancipazione per chi le pratica. La densità esperienziale è il filo rosso delle storie. La scioltezza e la voglia di esserci ed esprimere vitalità fanno venire in mente ad ogni pagina un verso del poeta russo Boris Pasternak, l'autore de Il dottor Zivago: «La vita trabocca sempre dall'orlo di ogni tazza».
Le narrazioni dei protagonisti mandano in crisi i nostri stereotipi e i nostri pregiudizi.
Ogni storia trova una via per destabilizzare convinzioni molto consolidate e collocarci in uno stato di difficoltà. Scopriamo così anche in noi una forma particolare di «cecità», quella che ci prende ogni volta che le nostre convinzioni, tanto più se consolidate nel tempo, ci mettono in condizione di «non vedere di non vedere». E che cosa non vediamo di non vedere di fronte all'esperienza di un cieco? In primo luogo, ci fa capire Marcantoni nell'ampia introduzione al libro, non ci accorgiamo che è prima di tutto a noi che manca lo sguardo del cieco. In questo modo siamo costretti ad una privazione che ci induce a guardarci dentro e a considerare aspetti di noi che diversamente non avremmo considerato. Esiste oggi un'ampia giustificazione scientifica di questa importante intuizione. La scoperta dei neuroni specchio, di quelle cellule cerebrali cioè che stanno alla base della nostra empatia e risonanza con gli altri, della possibilità di sentire, in fondo, quello che l'altro sente, ci fa comprendere che ognuno di noi si individua e definisce nelle relazioni con gli altri. È in quelle relazioni che ogni persona definisce le proprie sensazioni ed emozioni e il proprio senso del mondo. Ecco che la relazione con una persona non vedente ci pone immediatamente di fronte ad una diversa risonanza e ad una diversa empatia, in cui chi non vede ha a disposizione molte possibilità in più rispetto a noi. Come sarebbe molte possibilità in più? Proprio così: sono quelle possibilità che il cieco ha messo a punto in termini di adattamento plastico ed evolutivo per vivere un diverso o nuovo equilibrio nella sua specifica condizione. Siamo noi e soprattutto noi ad essere spiazzati. Noi che a lungo abbiamo pensato e tuttora pensiamo che una persona a cui manchi l'uso di uno dei sensi sia uno normale meno quel senso mancante.
Dal libro di Marcantoni scopriamo che le cose non stanno così. Troviamo perciò una conferma di quanto studiato e riconosciuto molti anni fa da uno dei più grandi esponenti della scuola psicologica della Russia sovietica, una delle tante straordinarie intelligenze vittime di Stalin: Lev Vigotskij. Nei suoi studi sul rapporto tra pensiero e linguaggio e sulla psicologia dello sviluppo umano Vigotskij aveva scoperto che ogni portatore di un deficit, in quanto essere vivente, non è una persona cosiddetta normale meno quel deficit, bensì una persona che ha equilibrato una propria completezza integrando le proprie risorse disponibili nella relazione con gli altri e con l'ambiente. I quattro sensi disponibili ad un non vedente si evolvono in funzione di questa sua condizione per dare vita ad una esperienza che ha limiti diversi dai limiti che ogni esperienza umana ha, ma ha possibilità altrettanto diverse che possono essere espresse in una vita compiuta. Marcantoni ci propone così un attraversamento della nostra esperienza di vita e ci pone di fronte alle nostre modalità di vivere la differenza: la differenza dei limiti e delle possibilità. Il libro amplia lo spazio del possibile, non solo per i protagonisti che vi raccontano la propria storia, ma per l'intera definizione del senso e del significato del nostro esserci nel mondo. Se la vita è differenza che genera differenza, quella che ci raggiunge dalle pagine del libro ne estende il valore e ne esalta le possibilità.
Esperienze
Il libro appena pubblicato edito da Franco Angeli raccoglie 80 racconti di persone non vedenti I protagonisti

Nostro commento..

Sicuramente è un libro interessante.             Però a volte la facciamo tanto lunga, noi suggeriamo ai nostri amici dotati di senso della vista e anche dell’umorismo, che è il quinto senso, che quando hanno a che fare con un cieco possono mettersi le dita nel naso, tanto non li vediamo.

 

Nessun commento: