mercoledì 5 novembre 2008

ciechi al volante

Patente a un cieco: medico nei guai
25-10-2008
Corriere del Veneto

Il caso La denuncia dopo i controlli della guardia di finanza sui falsi invalidi. In aula a marzo L'oculista accusato di falso. La difesa: «Pressioni dalla moglie» Sarebbe stata la moglie dell'anziano non vedente a fare pressioni sul dottore per «evitare traumi psicologici» al marito

TREVISO. Aveva ottenuto la patente da un medico compiacente. Ma lui era cieco, completamente cieco. Il caso era emerso a margine dei controlli della guardia di finanza contro i falsi invalidi. Fabio Soldà, il medico che gli concesse quel documento di guida, dovrà rispondere di falso in atto pubblico davanti al tribunale di Treviso.
Il giudice per le indagini preliminari Valeria Castagna lo ha infatti rinviato a giudizio. Pare che dietro la vicenda ci sia la moglie del cieco, che aveva supplicato lo specialista di concedere la patente al marito, che altrimenti avrebbe subito un grave contraccolpo psicologico.
Il caso era esploso ad aprile di quest'anno. I finanzieri di tutta Italia avevano esaminato le posizioni fornite da Inps e Inail relative ai 55.599 titolari di pensioni ed indennità di accompagnamento per cecità totale. Alla fine, era scattata la denuncia di 82 persone, tra falsi ciechi, medici e componenti delle commissioni che ne hanno attestato la (falsa) invalidità.
Tra di loro, anche un trevigiano. Un caso, il suo, più contorto del previsto. Il 70enne, infatti, era cieco da una decina di anni. Ogni mese, regolarmente, ritirava il suo assegno di invalidità. Solo che nel 2002 aveva ottenuto anche la patente di guida. Firmata dal dottor Soldà, medico residente nel Padovano. Le fiamme gialle non ebbero dubbi. Se l'uomo guidava, allora non era cieco. E dunque non aveva il diritto di ricevere le erogazioni statali. Lo denunciarono. Ma l'apparenza era più semplice della realtà. Perché, dopo una successiva visita medica, disposta dalla procura di Treviso, si scoprì che quel 70enne, in effetti, da una decina d'anni non ci vedeva proprio. E dunque il reato non era più quello del ricevere indebitamente l'indennità di circa mille euro mensili, bensì quello di aver ottenuto un documento di guida senza vederci. Nel registro degli indagati è finito così il dottor Soldà, accusato di falso in atto pubblico per quella firma nella quale riconobbe, da medico di una scuola guida, l'idoneità a guidare al cieco.
Dopo le indagini del caso, il pm Antonio De Lorenzi ha chiesto al gip Castagna il rinvio a giudizio dell'uomo, ottenendolo mercoledì mattina nel corso dell'udienza preliminare. Il processo a carico del professionista partirà il prossimo quattro marzo di fronte al tribunale. In quella sede, il medico dovrà spiegare il perché di quell'atto. Sembra che alla base della falsa certificazione ci fosse una sorta di pietà per il 70enne. La moglie infatti aveva spiegato al medico che il marito, dopo anni di passione per il volante, non avrebbe accettato l'umiliazione di esser privato del documento di guida. Per inciso, l'anziano non guidava mai. Ma il solo fatto di sentirsi la patente in tasca lo rasserenava. Questa, almeno, è la linea difensiva del medico. Sarà ora il tribunale di Treviso a valutare il caso.
Mauro Pigozzo Visita nel mirino
Nel fascicolo d'inchiesta della procura, dopo i controlli della guardia di finanza sui falsi invalidi, è finita la visita oculistica per l'ottenimento della patente di guida. Il medico, secondo l'accusa, avrebbe certificato l'idoneità dell'anziano non vedente

NOSTRO COMMENTO

Visto che il medico ha certificato l’idoneità   del cieco, sarebbe il caso di fargli fare un giro con il suo paziente al volante. Magari con qualche amico sulle striscie..

 



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