sabato 22 novembre 2008

ciechi nel cinquecento

Oggetto: Conferenza a Ginevra sul "cieco di Adria"... [Il Resto del Carlino]

PressVisione anno VII / n. 723

Conferenza a Ginevra sul "cieco di Adria"...
12-11-2008
Il Resto del Carlino

GINEVRA. Conferenza a Ginevra sul "cieco di Adria" dal titolo "Luigi Groto: un poète provincial aux rayonnement européen". Oltre le celebrazioni inevitabili di qualche ricorrenza, il Groto è studiato e riconosciuto autore di pregevole rilievo nella cultura del Cinquecento soprattutto da ricercatori esterni. Recentemente se n'è interessato Pier Luigi Bagatin con la pubblicazione delle Lettere famigliari del Groto mentre nella "lontana" Roma, all'Università La Sapienza, lo scrittore adriese è stato studiato dal dottor Mario Nanni, che gli ha dedicato non solo una ponderosa tesi di laurea ma anche ricerche successive approdate ad un testo, "Il bianco e il nero delle donne", composto di brani tratti proprio dalle Lettere Famigliari e che probabilmente la Biblioteca Comunale presenterà in forma dialogata il prossimo anno. Ma a rendere ancora più interessante lo studio sul Groto è la notizia, giunta alla Biblioteca adriese, della conferenza tenuta alla Facoltà di lettere dell'Università di Ginevra dalla professoressa Barbara Spaggiari il 3 novembre scorso dal titolo "Luigi Groto: un poète provincial aux rayonnement européen". La professoressa Spaggiari, che sta preparando l'edizione critica e commentata delle Rime di Luigi Groto, ha messo in risalto l'influenza che l'opera dell'autore adriese ha avuto fuori d'Italia su alcuni dei principali autori manieristi e barocchi, da Shakespere a Camões, da Cervantes a Góngora e Queveda. Il testo della conferenza sarà pubblicato sulla rivista Italique della Fondation Barbier - Müller di Ginevra che annovera nel suo fondo di cinquecentine varie opere del Groto, tra cui l'editio princeps delle Rime (1577). La Biblioteca Comunale si onora di trattenere rapporti frequenti con i vari studiosi di Luigi Groto e di organizzare diverse iniziative per ricordare e valorizzarne l'opera.

a.p.

NOSTRO COMMENTO..

Mazza sti ciecati, anche nel cinquecento sidavano da fare! Noi tre siamo i ciechi di Taurinorum, al massimo i nostri libri li useranno per mettere in piano un tavolino svirgolato in cantina…

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