sabato 8 marzo 2008

donne cieche

Da: PressVisione [lettura.agevolata@comune.venezia.it]

Inviato: venerdì 7 marzo 2008 0.35

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Oggetto: Donne cieche vittime di violenza: il focus dell'Uic

[SuperAbile.it]

 

PressVisione anno VII / n. 180

 

Donne cieche vittime di violenza: il focus dell'Uic

07-03-2008

SuperAbile.it

 

Le donne disabili faticano a denunciare la violenza subita, temendo di essere considerate "ancora più diverse". A Roma due ore di confronto tra giornalisti e rappresentanti dell'associazione. All'ordine del giorno le forme e le specificità di un fenomeno tanto diffuso quanto poco conosciuto

 

ROMA - Se la violenza sulle donne è un fenomeno che da poco inizia a far discutere, la violenza sulle donne disabili è qualcosa che fatica ancor di più a trovare cittadinanza sulle pagine dei giornali e nelle reti televisive. Eppure sono molte, moltissime le donne con disabilità che subiscono abusi fisici e mentali, all'interno delle proprie case soprattutto, ma anche per strada o sul luogo di lavoro. A questa spinosa questione è stato dedicato il focus organizzato dall'Uic (Unione italiana ciechi e ipovedenti), al quale hanno preso parte, mercoledì 5 marzo, alcuni giornalisti e alcuni rappresentanti dell'associazione. La discussione ha preso le mosse dal progetto europeo "Daphne", che proprio l'Uic ha portato avanti nel 2004, in partenariato con Spagna, Francia e Olanda. La prima fase del progetto è consistita in una indagine sul tema tramite questionario: 460 le risposte pervenute alla sola sezione italiana, contenenti preziose informazioni e testimonianze sulle violenze che molte donne con disabilità visiva sono costrette a subire. A questa prima fase è seguita quella dei gruppi di discussione e dei seminari: dieci incontri in tutta Italia, con oltre 200 donne che hanno partecipato e riportato, con tutte le immaginabili difficoltà e paure, le loro esperienze personali. Sono così uscite allo scoperto storie rimaste sommerse per tanti anni, origini di paura e di traumi, di solitudine e di disperazione. Quel che soprattutto è emerso, come filo rosso di tutte queste drammatiche storie, la difficoltà, o meglio il rifiuto, di raccontare e ancor più di denunciare, il bisogno di negare l'offesa subita, la scelta di vivere nel silenzio e nella solitudine quella violenza che può essere stata fisica o psicologica, più o meno brutale, ma che sicuramente ha segnato la vita e la mente di chi l'ha subita.

 

"Le donne disabili ancor più difficilmente delle altre donne denunciano le violenze di cui sono oggetto, perché hanno paura di essere considerate ancor più diverse, ancor più disabili", ha detto Luisa Bartolucci, membro della Direzione nazionale dell'Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti. "Ho creduto molto in questo progetto e ora il mio sogno è che si renda attiva la rete europea delle donne per un interscambio di informazioni e buone prassi".

 

La "paura di evidenziare il disagio" è stata sottolineata anche da Vanda Dignani, membro della Direzione nazionale dell'Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti e presidente della Commissione pari opportunità tra uomo e donna dell'Unione.

 

Alla discussione sono intervenuti anche i giornalisti Chiara Valentini (L'Espresso) e Giancarlo Santalmassi (direttore di Radio24), che hanno ricordato le radici "culturali" di questo drammatico fenomeno. Santalmassi, alla fine dell'incontro, ha proposto la realizzazione di "una serie televisiva che abbia come protagonista una persona non vedente. Questo - ha detto - permetterebbe di evidenziare le difficoltà, ma anche le risorse, che questa disabilità porta con sé".

 

(Chiara Ludovisi)

 

 

nostro commento..

Nessun commento, si commenta da solo questo articolo, noi come uomini siamo incazzati con queste bestie che usano violenza, però la disabilità non aggrava le violenze subite, in quanto una  donna in qualsiasi condizione picchiata è oggetto di una cosa gravissima da condannare a prescindere. Dateceli fra  le mani a noi  li zippiamo sul nostro sito ….

 

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