domenica 16 marzo 2008

sempre voi..


 
Non è arrivato il personale, disabile giù dal treno
14-03-2008
La Provincia Pavese

PAVIA - Se un disabile vuole salire su un treno deve avvertire le ferrovie dello Stato almeno 24 ore prima. A quel punto da Milano arriva un addetto specializzato nella manovra del carrello elevatore, che isserà sul treno la sedia a rotelle. Eppure anche questa richiesta preventiva sembra non bastare più. Lorenzo Pernetti, giudice onorario del Tribunale di Pavia, costretto a muoversi in carrozzella, la sua domanda l'ha inviata nei termini previsti. Ma il treno che doveva portarlo a Milano per un corso di formazione obbligatoria per magistrati non era disponibile.
 «Gentile cliente, siamo spiacenti di comunicarle che nella fascia oraria da lei indicata non ci sono treni attrezzati». Questa la risposta alla mail che il magistrato ha inviato alle Fs il giorno prima del suo appuntamento a Milano. Una replica che sembra presupporre un problema di attrezzature, quando invece la questione è piuttosto legata alla indisponibilità del personale addetto alla manovra del carrello, dispositivo già presente nella stazione di Pavia. Ma chiuso con lucchetto e catena, di fianco al distributore di bevande. Nessuno, tranne gli addetti della cooperativa di Milano che gestisce il servizio, si prendono la briga di mettere in funzione la struttura. Così la salita sul treno di disabili in carrozzella è spesso affidata al buon cuore e alla disponibilità di altri viaggiatori. Pernetti, che l'altro ieri, per l'ennesima volta, si è visto negare, come altri disabili, il diritto a muoversi liberamente, ha deciso di sporgere una querela alla polizia ferroviaria nei confronti delle Fs. E' la seconda nel giro di qualche mese. Ma stavolta la questione è stata affidata anche a un avvocato. Che si riserva di chiedere un risarcimento dei danni. Il magistrato, in effetti, nonostante la richiesta presentata tempestivamente alle Ferrovie, non ha potuto essere presente a Milano a un corso obbligatorio per la sua professione. Tanto che è stato costretto a giustificare la sua assenza.
 Marcello Ravetta di Pavia, legale del magistrato, vuole vederci chiaro. «Che del personale debba venire da Milano per manovrare questa struttura mi sembra poco logico - commenta l'avvocato -. Se le Fs affidano la gestione del servizio a una cooperativa che, come sembra, ha sede a Milano, come è possibile garantire il servizio in tutte le altre stazioni? Il sospetto è che la garanzia del servizio esista solo alla stazione centrale di Milano. Ma il contenuto della mail non è chiaro, perché sembra individuare il problema nell'assenza di attrezzature o di spazi, sui treni, in cui posizionare la carrozzella».
 Il legale oggi stesso scriverà una lettera di protesta ai responsabili delle Ferrovie: «Ci riserviamo, oltre al risarcimento dei danni, di presentare ricorso, soprattutto se non dovesse esserci un riscontro alla nostra richiesta di chiarimenti. Chiederò che venga rimosso questo comportamento fortemente discriminatorio nei confronti di una categoria di persone, che vengono private di un loro diritto, e porteremo la faccenda al vaglio della magistratura in sede civilistica».

di Maria Fiore

NOSTRO COMMENTO…

Che teste di  rotaia sono queste ferrovie! Una e mail la iinviamo noi: “Spett Ente dei trasporti ferroviari, nnon siete degni di trasportare passeggeri, in altri  paesi, anche l’India i passeggeri di qualsiasi anamnesi clinica sono trattati meglio, smettetela di fare gli gnorri e  mettete un  tabellone con scritta la verità VIETATO L’INGRESSO A CHI NON Può SALIRE IN AUTONOMIA SULLE CARROZZE, ANCHE CON PREAVVISO SONO CAVOLI VOSTR.”

Ma andatevela a prendere nel montacarichi…


Nessun commento: