lunedì 9 febbraio 2009

Della verità non c'è mai da temere!

Della verità non c'è mai da temere!

VERONA. Nell'ultimo numero del settimanale L'Espresso del 23 febbraio sono state pubblicate gravi accuse nei confronti dei religiosi che gestiscono l'Istituto "Antonio Provolo" per bambini sordomuti, i quali avrebbero sottoposto tra il 1950 e il 1984 gli alunni a sevizie e pratiche pedofile innominabili. Le accuse sono state lanciate da Giorgio Dalla Bernardina, veronese, ex alunno dell'istituto e presidente dell'Associazione sordi Antonio Provolo composta da ex alunni. Costui ha un contenzioso in atto con l'istituto per via di alcuni immobili. A Verona lo sconcerto per questa notizia è stato grande, ma ha suscitato anche reazioni contrarie di molti ex alunni, che hanno testimoniat o la totale infondatezza di queste accuse. Anche la Chiesa veronese, benché l'istituto non dipenda da essa, in quanto appartiene alla congregazione Compagnia di Maria per l'educazione dei sordomuti, ha reagito a queste accuse. Riportiamo alcuni passaggi della dichiarazione del vescovo Giuseppe Zenti, pubblicata sul settimanale diocesano Verona Fedele.

(…)

«Pedofilia! Una parola che, da sola, basta a provocare una bufera di reazioni, oltre allo scalpore mediatico, con giudizi sommari e, qualche volta, con autorevoli allusioni di colpevolezza, prima ancora dell'accertamento dei fatti. Lo stesso presidente, oltre all'uso di un settimanale nazionale, culturalmente ben orientato, ha fatto ricorso ad alcuni parlamentari radicali, da tempo impegnati in campagne anticlericali, per buttare fango su un intero istituto. Oltretutto le cosiddette testimonianze, che sembrano proposte in maniera seriale, su stereotipi tipici di questo tipo di denunce, affondano in anni molto lontani: dal 1950 al 1984! Né un anno prima, né un anno dopo! Si potrebbe obiettare: prima e dopo era tutto pulito? Perché solo a cominciare e a finire con quelle date è successo tutto questo, come se si trattasse di un virus che va e viene in maniera imprevedibile? Se i fatti presentati come accaduti realmente corrispondessero al vero, potremmo dire che l'inferno s arebbe una situazione meno angosciante rispetto a quella descritta.

(…)

Il fatto è che un'istituzione benemerita, come il "Don Provolo", amata dai veronesi e da tantissimi ex allievi che ne danno testimonianze positive commoventi, ne esce devastata nell'immagine. L'obiettivo, attuato attraverso una strategia diabolica, in parte, ha sortito i suoi effetti. Chi ripagherà i danni morali di questa squallida vicenda, non causata dal Provolo, ma messa in piedi da accuse che hanno tutto il sapore di essere strumentali, finalizzate ad una vendetta consumata per interesse?

(…) Si obietta che la Chiesa di Verona ha taciuto i fatti! Ovviamente. Sia i miei predecessori, come io stesso, siamo sempre stati all'oscuro dei fatti denunciati. E ne siamo rimasti all'oscuro semplicemente perché abbiamo fondate ragioni per credere che non sono mai accaduti. Solo quando qualcuno ha pensato di servirsene per altri motivi, siamo scesi in campo. Con il solo intento di riportare il tutto nell'alveo della verità.

Se realmente esistessero dei fatti concreti, chiediamo che siano documentati come di dovere e secondo le procedure legali. Della verità non c'è mai da temere. Qualora risultassero conformi a verità saremmo noi tutti, per primi, a schierarci, senza esitazione, con le eventuali vittime. Ma fino a questo momento le vittime predestinate risultano soltanto i presbiteri del Provolo. E fino a prova inequivocabilmente contraria noi siamo dalla loro parte!

Pertanto, la Chiesa di Verona, con il suo vescovo intende testimoniare vicinanza fraterna al superiore don Danilo Corradi e a tutti i suoi confratelli. Auspichiamo, nella preghiera, che si faccia luce piena su questa triste vicenda, dai contorni indefiniti, ma dagli intenti pi&ugra ve; che mai palesi».

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